giovedì 20 novembre 2025

da Ha Keillah (La Comunità)

Organo del Gruppo di Studi Ebraici di Torino


In quest’ora di anime
sorde e confuse
da strida e violenze
ferocemente divise
tra l’impotenza e il dolore
inutilmente pascola il sole
dorati tepori, dolcezze invernali
sui platani staffilati di luce
sull’acque d’un fiume
fitto di gabbianelle, trafitto
da mattanze in luce di deserto…

Dove cadevano ad una ad una,
pacifiche e dolenti
le ultime speranze
di kibbutz di frontiera
si dissacravano i corpi
di un rave di giovinezza
in una piana oltraggiata 
d’automobili sfatte
e giacche di polvere al vento
su confini peccaminosi e insicuri…

dove un’incontinente vendetta
si avventa sulle vite incolpevoli
d’inermi gazawi
di una città prigioniera.

Li guarda da Bose
un monaco gerolomitano in fuga
mentre rotola il mondo
lui medita e prega
instancabile e solo
nella sua luce sull’ultimo filo
di collina tra Biella ed Ivrea
in una pace più fittizia che vera.

Ma tu non vuoi più sapere
il coro delle canaglie, i tunnel
le rampe, la torsione degli ignobili
vani bombardamenti
su   fanciulli travestiti
d’odio e di tenerezza
e il bianco colore dei morti… (conosci )
l’errore degli uni e degli altri
speculare e perverso,
il nome degli ostaggi e dei persi
le mitiche utopie
le radicazioni millenarie
le storiche verità del potere
e delle favole su supplici cieli…
Nella brezza del Medioriente, dove
le dolcezze di Sulamita
le languorose fantasie da Lawrence D’Arabia?

Là regna solo il mortuario
silenzio dei cuori
qui la morbida pace dei monasteri.
Sulle morene della preistoria
disperatamente vanno
i sapiens, i pacifici, gli stolti
gli attenti e gli ignari
guardano lo sfacelo delle vendette
il dissapere coranico o biblico
gli sporcati residui dei testi sacri
e un unico Dio, casalingo
tremendo e non misericordioso
su di un fazzoletto di terra conteso
saturo del respiro
dell’angelo della morte…

Astiosa ed imbelle
un’unghia gratta questo vitreo
mefitico relitto della storia
mentre   cade su ogni gloriosa memoria
infelice e sapiente
un silenzio obbrobrioso e l’addio.

Emilio Jona