sabato 8 novembre 2025

UN MONDO ALLA ROVESCIA TRA ASSUEFAZIONE E INDIFFERENZA

Bruno D’Avanzo, del Centro Studi e Iniziative America Latina; del Circolo Vie Nuove di Firenze

Fino a oggi gli aspetti più orrendi e crudeli che hanno accompagnato le guerre, ogni guerra (pensiamo in primo luogo ai massacri di civili indifesi) sono stati taciuti da chi li aveva commessi, o almeno sminuiti, edulcorati.

Alla fine della seconda guerra mondiale, in presenza della disfatta imminente, i nazisti pensarono di distruggere le camere a gas, prova del più mostruoso genocidio dell’età moderna. Per fortuna non fecero a tempo, l'Armata Rossa arrivò e per prima testimoniò quell'orrore. Eppure ancora oggi c‘é chi afferma che quei fatti orribili non sono mai esistiti.

Tra gli anni ‘70 e ‘80 i golpisti argentini scaraventavano in mare dagli aerei i prigionieri politici, mentre i generali cileni dinamitavano i loro corpi perché ne sparissero le tracce. Ancora oggi c’è chi ne cerca i resti nel nord del Cile.

Altra storia quella del colonialismo. Le potenze europee, ivi inclusa l'ltalia, per decenni si resero colpevoli di stragi efferate nei confronti di popoli africani e asiatici. Ma nulla di tutto questo, almeno fino a tempi recenti, compariva nei libri di testo, intenti solo a esaltare le gesta eroiche dei conquistatori che combattevano per portare civiltà e progresso a popoli barbari.

«Se dico una bugia una sola volta resta una bugia, ma se la ripeto cento volte diventa verità». Mai come oggi questa massima di Goebels, l'onnipotente ministro del Terzo Reich, sembra essere appropriata ai tempi in cui viviamo. È il principio delle fake news. Ma si va anche oltre. Pensiamo alla Palestina in questi mesi di tragedia. Gaza ridotta a un cumulo di macerie. Ma nessuno, ormai, nasconde tutta questa tragedia. L'orrore viene esibito, giustificato. In fondo, dopo le atrocità del 7 ottobre, che altro potevano aspettarsi i palestinesi? Che lo dicano oggi i capi di Israele, ci sta. Ma perché non fanno come i nazisti o come i generali delle dittature cilene e argentine? Perché non nascondono i loro crimini? Perché ci lasciano vedere cecchini che sparano anche su bambini innocenti come fossero terroristi di Hamas? E quelle enormi buche prodotte dalle bombe là dove prima c'erano case, ospedali, persino palazzi di molti piani? E le file di camion cui viene impedito di procedere per portare aiuti di prima necessità a una popolazione stremata da mesi di bombardamenti?

Mon pochi analisti politici, oggi, affermano che il mondo sta cambiando, se non è già cambiato del tutto. Dopo la seconda guerra mondiale l'ONU dichiarava che la guerra andava bandita. È ben vero che questa è rimasta una vana speranza. Da allora a oggi guerre grandi e piccole, in ogni angolo del pianeta, si sono succedute a ritmo incalzante. E tuttavia l'idea che la pace fosse un bene inalienabile non è mai venuta meno.

Oggi invece assistiamo a un rovesciamento di prospettiva. La guerra torna a essere una variabile come un'altra della storia umana. Ecco allora che esibire distruzioni, violenze, massacri senza una parola di riprovazione diventa uno strumento utile per creare assuefazione alla guerra, basta che questa non si faccia in casa nostra.

Di qui l'indifferenza: il mondo va preso com’è, se questa è la realtà, bisogna accettarla; e chi si oppone a tanto imbarbarimento viene spesso presentato come un povero illuso, incapace di restare con i piedi per terra.

Anche in questi giorni, dal letto di ospedale, papa Francesco non fa che ripetere: “la guerra è sempre una sconfitta, sempre”. Anche lui un illuso? Bruno D’Avanzo

Adista, 22 marzo 2025