ARMI, RICAVI RECORD PER LE AZIENDE: 5.9% - “L'Ucraina è volàno”
Alessia Grossi
I produttori di armi non hanno mai guadagnato tanto come nel 2024: tra vendita di armi e servizi militari i ricavi globali ammontano a 679 miliardi di dollari (582 miliardi di euro), vale a dire un 5,9% in più, al netto dell'inflazione, sul 2023. Un record dal 2018 dovuto all'accelerazione delle tensioni geopolitiche, ma, soprattatio alla guerra in Ucraina.
A dirlo è il report annuale delle Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) sui 100 produttori di armi al mondo.
“Per il settore della difesa la guerra russa a Kiev ha rappresentato di sicuro un vantaggio per gli affari”, spiega Nan Tian, uno degli autori. “I ricavi sono legati a nuovi equipaggiamenti militari, rifornimenti di scorte e sostituzione di attrezzature distrutte. Sostanzialmente i guadagni vanno altrove”, conclude Than al Deutsche Welle. E per altrove si intende gli Stati Uniti - che nella classafica delle 100 aziende in crescita ne piazza 39, tra cui Loekheed Martin, RTX, Northrop Grumman, BAE System e General Dynamics che rappresentano poco meno della metà del fatturato globale derivante dalla vendita di armi con un tasso del 3,8%. Anche le europee nel complesso segnano un aumento dei ricavi superiore alle americane con il 13%.
A COLPIRE è anche la Russia, dove - pur classificata separatamente e con ricavi per esportazioni diminuiti per effetto delle restrizioni - si registra una crescita significativa data dal forte aumento della domanda interna. “Un caso eccezionale - secondo Tian - che spiega come il Paese abbia completamente rivisto le proprie priorità negli ultimi tre anni, orientando la produzione verso un'economia di guerra.
Il Fatto Quotidiano, 2 dicembre