da Confronti di novembre 2025
Onu. Transizione energetica: i popoli indigeni chiedono giustizia e partecipazione
Da Amazzonia e Artico, due leader indigene, Joenia Wapichana e Sara Olsvig, lanciano un monito globale: la transizione dalle energie fossili non può ignorare i diritti dei popoli originari. A Ginevra, durante il 60° Consiglio Onu dei Diritti umani (8 settembre-8 ottobre scorsi), le due donne hanno sottolineato che le terre indigene custodiscono oltre la metà dei minerali strategici per le tecnologie verdi, tra cui litio e manganese, e che estrazioni non consensuali rischiano di ripetere logiche coloniali, con degrado ambientale e perdita culturale. Wapichana ha richiamato il Brasile all’immediata demarcazione dei territori e al rafforzamento dei protocolli di consultazione, mentre Olsvig ha evidenziato l’importanza delle conoscenze inuit per soluzioni climatiche sostenibili. Entrambe insistono su partecipazione effettiva: non basta invitare leader indigeni a forum internazionali, bisogna garantire accesso linguistico, formazione legale e rispetto dei sistemi decisionali propri delle comunità. «La Terra non è una risorsa ma un essere vivente», ha detto Wapichana. Al-Nashif, vicedirettrice dell’Onu per i Diritti umani, ha ribadito: «La transizione energetica deve porre i popoli indigeni al centro, riconoscendo il loro ruolo di custodi degli ecosistemi globali».