sabato 27 dicembre 2025

da Le Monde Diplomatique - 16/12/2025

Anche gli statunitensi sono stanchi di Israele

di Serge Halimi


La ratifica da parte del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, lo scorso 17 novembre, di un piano statunitense per gazza molto favorevole a Israele rappresenta un successo diplomatico del paese mediorientale.allo stesso tempo, tuttavia, negli Stati Uniti la causa israeliana sta diventando sempre più impopolare, nonostante la forza della sua lobby.


La questione israeliana sta avendo un forte impatto sulla politica statunitense. In particolare, ha creato una frattura sia mediatica che generazionale all'interno dei due principali partiti. Le voci più ostili al governo israeliano sono spesso quelle dei giovani, che si informano attraverso i social media e i canali YouTube. I sostenitori di Israele, più in là con gli anni, sono profondamente influenzati da una propaganda più tradizionale, da Fox News al New York Times, che i dirigenti democratici e repubblicani rilanciano da decenni.

Il Congresso degli Stati Uniti illustra fino alla caricatura questa comunione di intenti. Il 2 febbraio del 2021, ad esempio, il Senato ha approvato, con una maggioranza di 97 voti contro 3, il mantenimento dell’ambasciata degli Stati Uniti in Israele a Gerusalemme. La decisione di trasferirla - in precedenza si trovava a Tel Aviv come quasi tutte le altre ambasciate - era stata presa quattro anni prima dal presidente Donald Trump, rompendo con il diritto internazionale e con la scelta di tutti i suoi predecessori da quasi settant’anni.

Nel febbraio del 2021 ha invece prevalso la continuità. In linea con le preferenze del governo israeliano, i democratici, tornati al governo, non hanno ritrasferito l'ambasciata. Almeno su questo punto, il presidente democratico Joseph Biden ha portato avanti la politica del suo predecessore.