domenica 15 gennaio 2006

GIORNATA MONDIALE PER IL DIALOGO TRA RELIGIONI E OMOSESSUALITÀ

ROMA: 13 gennaio 2006 c/o Fondazione Adriano Olivetti – Piazza Navona

Collocare il mio breve intervento nella “giornata mondiale per il dialogo tra religioni e omosessualità” mi emoziona e mi rallegra.

Dialogo è ciò che in molti luoghi della terra e in molti spazi delle religioni sentiamo mancare.

Dialogo al posto del pregiudizio, delle emarginazioni, delle violenze costituisce il presupposto necessario e il contenuto essenziale per la costruzione di una società laica e multiculturale.

Il dialogo è anche la risorsa, la “carta” che gay, lesbiche, transessuali giocano con fiducia, intelligenza e coraggio in ogni angolo del pianeta dove, in verità, aumenta il numero degli interlocutori.

La mia esperienza mi conduce a compiere alcune riflessioni con particolare attenzione all’area della chiesa cattolica, del mondo cattolico.


1) A livello ufficial-gerarchico la chiesa cattolica in modo crescente ha preso posizione con numerosi documenti.

Il punto di partenza è il documento Persona humana del 1975, che fece seguito, sempre nel pontificato di Paolo VI all’Humanae vitae, del 1968.

Tale “dichiarazione circa alcune questioni di etica sessuale” trattò diffusamente di alcuni “abusi della facoltà sessuale” (ivi), in particolare dei rapporti prematrimoniali, della masturbazione, delle relazioni omosessuali.

Le parole di condanna riguardano la violazione dell’ordine morale affettivo: gravi depravazioni, anomalie, di soggetti da trattare con comprensione per recuperarli; un linguaggio che diventerà tristemente ricorrente.

L’elenco sarebbe lungo, ma è negli ultimi anni che, in una ridda di interventi vaticani ed episcopali, si conferma la linea del documento base con una coerenza sessuofobica ed omofobica senza eccezioni, fino alle dichiarazioni del papa di mercoledì scorso durante l’udienza generale.

Quattro sono i documenti principali:
- Il Lexicon (Pontificio Consiglio per la famiglia, 2003).
- “Le considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali” ( 3 giugno 2003)
- Il “catechismo della chiesa cattolica. Compendio” (2005)
- Il recente documento circa l’esclusione dei gay dal sacerdozio.

Senza contare che il recente Referendum del maggio 2005 è stato un altro momento di attacco. E tutto lascia intendere che l’enciclica di prossima pubblicazione si muova nella stessa prospettiva discriminatoria.

Coerenza, approfondimento della lotta, crescente emarginazione, caccia alle streghe con gli inquisitori vaticani, reale persecuzione: ecco la traiettoria di questi 31 anni di dichiarazioni gerarchiche.

Non c’è affatto bisogno di enfatizzare: basta leggere questi documenti per percepirne la portata, che non tiene conto né di molte acquisizioni scientifiche né di molte ricerche teologiche né della voce e dell’esperienza dei gay e delle lesbiche credenti.

Qua e là voci sguaiate di vescovi, che preferisco non dipingere con nessun aggettivo, hanno pronunciato parole che sono offensive, gravemente lesive della dignità delle persone e in totale dissonanza da una concezione cristiana delle relazioni ecclesiali e di qualunque relazione degna di questo nome.

Va detto che questo inasprimento vaticano è avvenuto in un clima in cui le gerarchie cattoliche stanno progressivamente perdendo autorevolezza morale e potere reale.

In Italia i referendum su aborto e divorzio hanno dato un segnale chiaro. In tutto il mondo i movimenti gay, pur senza eccedere nell’ottimismo, stanno ponendo sul terreno le questioni dei diritti civili e molti stati recepiscono tali richieste legiferando costruttivamente al riguardo.

La gerarchia non è assolutamente all’oscuro della presenza di moltissimi uomini e donne omosessuali che vivono la loro condizione e la loro fede senza chiedere permesso a nessuno e organizzano gruppi, incontri, movimenti, studi che allargano il confronto dentro la società e dentro la chiesa.

E non è servita alla gerarchia la mossa falsa di creare confusione, rispetto allo scandalo dei preti pedofili, tra omosessualità e pedofilia.

La gerarchia è disperata, piena di gay repressi. E taluni pronunciamenti, per la rozzezza e l’angoscia che li caratterizza, lasciano trasparire la sofferenza di un gay nascosto, frustrato, represso.


2) Oltre al “partito di Dio”, che tanta simpatia trova in Pera, Ferrara e teocon vari, c’è il partito dei cattolici aperti, della pubblicistica aperta che parla in termini di rispetto, compassione, delicatezza.

Il linguaggio è viscido. Si parla di ricupero, cura, attenzione pastorale…a queste persone tormentate e sofferenti, vittime di una falsa educazione, prive di una evoluzione sessuale normale, incapaci di controllare i loro stimoli…

Ecco con quali occhiali si guarda ai gay e alle lesbiche. A mio avviso si tratta di una “carità pelosa” che suscita sdegno.


3) Accanto a gay gementi e piangenti in questa valle di lacrime, che vanno a chiedere permesso e a confessarsi di essere omosessuali (una realtà ancora troppo diffusa e con la quale spessissimo mi confronto con rispetto e amicizia), esiste un numero crescente di donne e uomini che vivono l’amore omosessuale con gioia, con passione, con fantasia, con responsabilità e non avvertono nessuna contraddizione con la loro fede e la loro ecclesialità.

Non chiedono permesso per vivere secondo ciò che sono e ringraziano Dio del dono dell’omosessualità.

Mi piace dirlo con le parole del salmo 124, con cui tante persone ringraziano Dio di averle liberate dal tritatutto gerarchico:
“Sia benedetto il Signore
che non ci ha lasciati
in preda ai loro denti.
Siamo sfuggiti come un uccello
dalle trappole dei cacciatori:
il laccio si è spezzato
e noi siamo volati via”

Non si tratta dunque di cercare e costruire un’altra chiesa, di cui non avvertiamo nessun bisogno, ma di vivere la realtà di un chiesa “altra”, fatta di liberi figli e figlie di Dio, non di sudditi di una casta che si autodefinisce megafono di Dio.

Questa chiesa, popolo di Dio, esiste ed è in cammino. Non ha udienza nei palazzi, ma è decisa a farsi sentire ogni giorno di più.


4) Penso alla esperienza compiuta nella mia piccola realtà comunitaria.

1977 - Agape, Ferruccio Castellano, Eugenio Rivoir: tanti incontri per “concordare” una iniziativa nazionale in quei lontani anni.
1980: Primo seminario su “fede cristiana e omosessualità” ad Agape, centro ecumenico vicino a Pinerolo.

Quanti piccoli passi, scritti, celebrazioni. Nella libertà celebriamo l’amore che, in modi diversi, è la stessa realtà.

Vogliamo vivere, essere una comunità che allo stesso modo festeggi l’amore di gay, lesbiche, eterosessuali, transessuali.

Amore cercasi, non un modello. Non il nascondiglio, ma la piazza; non il buio di un confessionale, ma la luce di un’assemblea comunitaria.

Ponendo questi atti, non agiamo contro nessuno, ma operiamo nell’orizzonte del dialogo. E’ tempo, a mio avviso, di porre atti concreti che rispettino il vissuto reale delle persone, in modo semplice e libero, e diano piena cittadinanza nella comunità cristiana a tante persone che il pregiudizio e l’autoritarismo hanno reso straniere. Questo con molta gioia.

domenica 1 gennaio 2006

MATRIMONIO...

Comunità cristiana di base di PINEROLO
Pinerolo, 7 novembre 2004


CELEBRAZIONE DELL’AMORE
di FIORENTINA CHARRIER e FRANCO BARBERO



“I suoi occhi… come colombe
su ruscelli di acqua…
Il mio capo è bagnato di rugiada”
(Cantico dei Cantici cap. 5)



P. Saluto all’assemblea

CANTO: Laudato sii, o mio Signore


G. Sii benedetto, Dio di Gesù e Dio nostro
T. Ci raduniamo come fratelli e sorelle
portando davanti a Te la nostra vita quotidiana
con le sue luci e le sue ombre, le sue gioie e i suoi affanni.

G. Ti lodino i nostri cuori e le nostre labbra,
o Dio di tutto il mondo.
T. Ci raduniamo per ascoltare la Tua Parola
unendo le nostre voci al grido dei popoli oppressi,
con l’angoscia di un mondo di guerre e di ingiustizie.

G. Veniamo davanti a Te come fece Gesù
T.per alimentare in noi l’amore e la fiducia,
per lavorare con le nostre piccole mani
al progetto di un mondo più giusto e più felice.

CANTO: Un popolo cammina per il mondo


Fiorentina: Fratelli e sorelle, prima di ascoltare le letture bibliche che Franco e io abbiamo scelto per l’eucarestia di oggi, preghiamo il Signore con il canto dell’Alleluia di pag. 17; perché davvero tutti e tutte abbiamo bisogno che la Sua Parola ci guidi nel cammino della vita.

CANTO: Alleluia

G. Ascoltiamo ora le letture bibliche

Dal libro del profeta Michea 6,8:
“O uomo, o donna, ti è stato annunziato ciò che è bene e ciò che Jahveh cerca da te. Nient’altro che questo: compiere la giustizia, amare con tenerezza e camminare umilmente con il tuo Dio”.

Dal Vangelo secondo Marco 4,26-29:
“Diceva: ‘Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura’”.

PREDICAZIONE E LIBERI INTERVENTI

CANTO: Ritmate sui tamburi


CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO DI FIORENTINA E FRANCO

CANTO: Dio mio custode


1) O Dio, ci rivolgiamo a Te fonte della vita.
Tu sei più bello di ogni religione,
Tu sei padre, madre, amico, compagno di viaggio.
Tu non dividi il mondo in buoni e cattivi.

2) Sei un Dio che chiama, che ci invita
a continuare i giorni e l’opera della creazione.
Anche se spesso per noi è difficile vederTi
crediamo che sei il Dio che non abbandona.

1) Ti preghiamo per tutte le religioni del mondo
e Ti ricordiamo tutte le chiese cristiane:
liberate da tanti idoli, possano diventare
luoghi di libertà e cantieri di liberazione.

2) Signore, abbiamo bisogno della Tua mano amica e forte
che ci guidi sui sentieri dell’amore solidale,
che ci liberi dal fascino delle cose vuote
e ci faccia gustare la gioia di una vita sobria.

T) Ti preghiera ora per Fiorentina e Franco.
Mentre sentono il Tuo sorriso sul loro amore,
vivano in serenità tanti altri giorni
nell’abbraccio dei parenti, dei fratelli e delle sorelle.

1) O Dio, che hai sradicato Abramo
dalla terra che imprigionava il suo cuore,
aiutaci a rompere lacci, catene e indugi
che ci impediscono la sequela di Gesù.

2) O Dio, che hai aperto gli occhi ad Agar
ed hai fatto vedere ad Abramo una terra spaziosa,
aiutaci a pensare e guardare in grande,
perché il mondo è il luogo della Tua salvezza.


MEMORIA DELLA CENA

T. Quando ormai la congiura dei capi politici e religiosi lo stringeva da ogni parte, ancora una volta Gesù si mise a tavola con i suoi amici e le sue amiche. Volle mangiare con loro come tante volte aveva fatto dal giorno in cui li aveva incontrati. Consapevole della gravità del momento, volle condensare in un segno un messaggio che toccasse il cuore dei discepoli. Prese tra le sue mani il pane della mensa, alzò gli occhi al cielo per riconoscere in Dio l’origine di ogni dono: “Questo pane spezzato - disse - vi ricordi la mia vita che fra poco i potenti spezzeranno. Quando vi radunerete per spezzare e mangiare il pane tra di voi, ricordatevi di me, di ciò che ho fatto, di ciò che vi ho insegnato”.
Poi, dopo aver ancora una volta benedetto il nome santo di Dio, prese la coppa del vino e ne porse a bere a tutti dicendo: “Questo calice è il segno di un’amicizia con Dio che non finirà mai. Se i potenti hanno voluto il mio sangue, Dio non mi abbandonerà. Se seguirete questa strada di fiducia e di condivisione, sarete un solo corpo, un solo sangue, un cuore solo con me. Abbiate fiducia in Dio. Egli non delude”.


PREGHIERA DI CONDIVISIONE

COMUNIONE

CANTO: Padre che sei nei cieli

PREGHIERE SPONTANEE


UN AUGURIO A FIORE E FRANCO

Dal Libro di Qohelet 4,9-12
“Meglio essere in due che uno solo, perché due hanno un miglior compenso nella fatica. Infatti, se vengono a cadere, l’uno rialza l’altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi. Inoltre, se due dormono insieme, si possono riscaldare; ma uno solo come fa a riscaldarsi? Se uno aggredisce, in due gli possono resistere e una corda a tre capi non si rompe tanto presto”.


P. Sorelle e fratelli,
eccoci… entriamo nel viaggio della nostra settimana. Amiamo le vie del mondo.
Lì c’è l’appuntamento con Dio, con le persone, con la vita.

T. “Felici, o Dio, quelli che hanno in Te
la loro forza: hanno le Tue vie nel loro cuore.
Se anche passano in una valle deserta,
la rendono un giardino” (Salmo 84)

CANTO: Figlia di Sion

DIMISSIONE DALLO STATO CLERICALE E DISPENSA DAGLI OBBLIGHI

(cliccare sulle immagini per leggere i testi)





CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
(dimissione dallo stato clericale e dispensa dagli obblighi)

Prot. N. 26/82
Signor Franco Barbero
della diocesi di Pinerolo
25 gennaio 2003
Il Sommo Pontefice Papa Giovanni Paolo II
Ascoltata la relazione dell'ecc.mo Segretario di questa Congregazione circa il grave modo di agire del citato presbitero della diocesi di Pinerolo (Italia), premesse le cose da premettere, con suprema ed inappellabile decisione senza alcuna facoltà di ricorso
ha decretato
che al citato presbitero venga irrogata la pena della dimissione.
Allo stesso presbitero ha anche concesso la dispensa da tutti gli oneri connessi con la sacra Ordinazione, con i seguenti criteri:

1. La dimissione e la dispensa hanno vigore dal momento stesso della decisione del Romano Pontefice.

2. Al presbitero il decreto della dimissione e della dispensa sia notificato dal competente Ordinario del luogo, al quale è fatto divieto di separare giammai questi due elementi. La stessa cosa vale anche per qualche eventuale assoluzione da censure.

3. La notizia della dimissione e della dispensa sia annotata nei Libri dei battezzati della parrocchia del citato presbitero.

4. Per ciò che concerne l'eventuale celebrazione del matrimonio canonico, sono da applicarsi le norme stabilite nel Codice di Diritto Canonico. L'ordinario tuttavia faccia in modo che la cosa avvenga con circospezione e senza pubblicità.

5. L'Autorità ecclesiastica, alla quale spetta di notificare il Decreto al predetto sacerdote, lo esorti vivamente affinché, nel conformarsi alla sua nuova condizione di vita, egli partecipi alla vita del popolo di Dio, dia edificazione e così si mostri un buon figlio della Chiesa. Nel contempo, gli comunichi quanto segue:
a) il presbitero dimesso automaticamente perde i diritti propri dello stato clericale, la dignità ed i compiti ecclesiastici; non è più tenuto agli altri obblighi connessi con lo stato clericale;
b) rimane escluso dall'esercizio del sacro ministero, né può avere un compito direttivo in àmbito pastorale;
c) egualmente, non può svolgere nessun compito nei Seminari e negli Istituti equiparati. Negli altri Istituti di studi di grado superiore, che in qualsiasi modo dipendano dall'Autorità ecclesiastica, non può avere alcun incarico direttivo o ruolo di insegnamento;
d) anche negli altri Istituti di studi di grado superiore non dipendenti dall'Autorità ecclesiastica, non può insegnare alcuna disciplina teologica;
e) negli Istituti di studi di grado inferiore dipendenti dall'Autorità ecclesiastica, non può avere alcun incarico direttivo o ruolo di insegnamento. Il presbitero dimesso e dispensato è tenuto alla stessa legge nell'insegnare la religione in Istituti dello stesso genere non dipendenti dall'Autorità ecclesiastica.

6. L'Ordinario del luogo curi che il presbitero dimesso non sia di scandalo ai fedeli per mancanza della necessaria prudenza.

7. A tempo opportuno, l'Ordinario competente riferisca alla Congregazione dell'avvenuta notificazione e, se vi sia magari meraviglia tra i fedeli, provveda ad una prudente spiegazione.

Senza che contino in modo alcuno tutte le opposizioni.

Dalla Sede della Congregazione, il 25 gennaio 2003.

+ Joseph card. Ratzinger
Prefetto

+ Angelo Amato, S.D.B.
arcivescovo titolare di Sila, segretario
Giorno della notifica: 13-3-2003