sabato 18 febbraio 2012

GAY, IL FESTIVAL DEGLI STEREOTIPI

Sanremo manda in onda l'elenco più retrivo degli stereotipi sugli omosessuali e non risparmia neanche le donne. Le associazioni gay insorgono in coro, tanto più che si trovano riunite per un appuntamento d'eccezione: l'incontro voluto dall'Ufficio nazionale antidiscriminazioni tra i rappresentanti del Consiglio di Europa e alcuni esponenti del governo italiano per avviare azioni di contrasto a omofobia e transfobia, visto che l'Italia ne ha tanto bisogno.
Dopo l'intervento del ministro Elsa Fornero, che promette «strumenti normativi e interventi educativi fin dalla primissima infanzia» e che dichiara: «non ho visto Sanremo», i rappresentanti delle associazioni chiamati a intervenire non si trattengono. Troppa l'ndignazione per la serata sanremese. Tra le frasi incriminate: «Un omosessuale è una donna senza flusso mestruale». Un colpo sparato dal duo dei Soliti idioti Mandelli e Fabrizio Biggio che contiene due offese in una: verso i gay, considerati dal pregiudizio «maschi mancati», e verso le donne in menopausa, viste come ormai fuori uso, sottolinea con forza Rita De Santis, alla testa di Agedo, associazione di genitori di omosessuali. «Mi terrorizza l'idea che questo video sia tra i più cliccati in Youtube dai ragazzi», aggiunge.
Lo sketch già noto nel web diventa la presunta novità gay della seconda serata che mostra alcuni siparietti di scarso livello raggiungendo il top con il duo «idiota»: un ridicolo individuo vestito di arancione in coppia con un altro talmente vanesio da rispondere a qualunque domanda «non lo so». Dinanzi a loro Gianni Morandi che alla fine viene-baciato dall'arancione a rimarcare lo stereotipo del gay sempre pronto a saltare addosso al maschio etero. «La satira si fa sulle opinioni e non sulla condizione o sulla identità delle persone - sottolinea Paolo Patanè, presidente di Arcigay – mentre i rappresentanti delle nostre istituzioni non hanno il coraggio di pronunciare le parole gay e lesbica, arrivano offese da una trasmissione iperpopolare. Non si può alzare l'audience sulla pelle della gente».
Critici gli avvocati della rete Lenford con Antonio Rotelli: «Se fossero state prese in giro persone di colore, ci sarebbe stata la percezione della discriminazione in atto». Non a caso il Consiglio di Europa bacchetta l'Italia perché ancora troppo omofoba. La riprova è che, seppur mediocre, il siparietto di altri artisti contro gli snob razzisti ha avuto l'inequivocabile sapore della denuncia. A ferire è l'amplificazione del messaggio: «è una solita idiozia, se gira nel web fa poco danno, ma sul palco di Sanremo cambia senso e lievita. Una scelta di scarsa, cultura e intelligenza», sottolinea Rossana Praitano, presidente del Mario Mieli. Unanime il giudizio sul livello pessimo: «Non è stato solo orripilante, ma fuori luogo, le questioni di orientamento sessuale vanno maneggiate con cura, invece l'effetto è stato incomprensibile - dichiara Gigliola Toniollo, alla testa della Cgil Nuovi diritti - Se volevano essere dissacratori sono riusciti a dare il messaggio opposto». Ivan Scalfarotto, alla testa di Parks, allerta sulla pericolosità: «II duo è popolare tra i ragazzi delle scuole per i quali prendere in giro così gli omosessuali vuol dire essere vincenti. Hanno veicolato tutti i pregiudizi sui gay, come se avessero detto che "gli ebrei sono avari e hanno il naso adunco" o che "i negri puzzano", ma la gente non si è indignata perché sulle persone omosessuali non c'è ancora la stessa sensibilità diffusa. Non è stata satira, ma solo offesa».
Per Arcigay e Agedo, già autori di una lettera alla commissione di vigilanza Rai, la misura è colma: chiedono le scuse. E Morandi annuncia: dirò «adoro i gay».
Delia Vaccarello

(L'Unità, 17 febbraio)