venerdì 17 febbraio 2017

NEGLI STATI UNITI SI MOLTIPLICANO LE "CHIESE SANTUARIO",

Ancor prima che il neo-presidente Donald Trump venisse insediato alla Casa Bianca, la resistenza era pronta a non farsi cogliere di sorpresa. Stiamo parlando di un'organizzazione ecumenica che si propone di proteggere i migranti minacciati di espulsione, che si allarga a macchia d'olio negli Stati Uniti. Si tratta delle “chiese santuario”, che ora si stanno trasformando in un vero e proprio movimento che interessa anche sinagoghe e università.
Da New York alla California, dal Texas a Chicago, sono infatti sempre di più i luoghi di culto che vanno a ingrossare le fila del movimento delle “chiese santuario”, che aprono le porte per accogliere stranieri senza documenti. Una pronta risposta a Trump, che già in campagna elettorale aveva promesso di espellere tre milioni di migranti senza permesso di soggiorno, sulla scia – per la verità – di quanto era già successo sotto l'amministrazione Obama, che aveva riportato oltre confine due milioni e mezzo di persone, il 21% più del suo predecessore George Bush jr.
Centinaia di parrocchie cattoliche e protestanti e molte sinagoghe  si sono offerte di aiutare i rifugiati in difficoltà  forti di un'antica tradizione, che vede i luoghi di culto, così come gli ospedali o le scuole, inaccessibili a polizia e agenti federali.
Non è la prima volta che le chiese degli Stati Uniti si ergono a rifugio dei più deboli: era già capitato negli anni '80, quando cinquecento parrocchie avevano ospitato 500.000 esuli fuggiti dall'America Centrale, all'epoca minacciati di espulsione da un inasprimento della legge sul diritto d'asilo durante la presidenza Reagan.
Il primo passo riguarda ovviamente l'accoglienza delle persone in difficoltà, ma l'impegno delle “chiese santuario” non finisce qui: in molte città le comunità offrono infatti anche aiuto materiale e consulenze legali ai migranti irregolari e alle loro famiglie. L'obiettivo finale è però uno: far si che questi “santuari” non siano più necessari e nessuno sia più costretto a nascondersi.
Riforma 3 febbraio