Caro don Francesco,
scusa il ritardo con cui
rispondo alla tua gradita e un po' sorprendente lettera.
Credo che, a livello
esegetico ed ermeneutico, cercare di ricavare dai testi
biblici le risposte agli interrogativi e alle “questioni”
antropologiche e culturali di oggi sia metodologicamente
scorretto.
Una cosa è il messaggio
permanente del Vangelo, altro è la mobilità storica delle
dottrine, altro ancora sono le formulazioni morali e
dogmatiche.
Gesù di Nazareth, non quello
vestito di panni ellenistici a Calcedonia, ma quello storico,
non sapeva nulla della transessualità, dei transgender, dei
soggetti bisessuali, delle esistenze “queer” e di tante altre
questioni, come la pillola, la masturbazione, lo ius soli, il
fine vita..... Gesù era un credente ebreo, del giudaismo del
suo tempo, e ci lasciò la intramontabile testimonianza di un
Dio amoroso, inclusivo che, anche lui convertendosi ogni
giorno, andava scoprendo.
Oggi non “il mondo”, nella
sua accezione agostiniana, ci dice che l'amore tra due donne o
tra due uomini è sano e naturale, ma le scienze umane, la
psicanalisi, l'antropologia.
Mi sembra che Dio vada
ascoltato anche attraverso le arterie del creato, i cuori e i
corpi amanti, ovunque essi siano.
Non riduciamo l'amore di Dio
ai nostri modelli, anzi al modello unico; non facciamolo stare
nel “singolare” della famiglia tradizionale.
Oggi sulla famiglia il
plurale non è una moda, un cedimento; è il riconoscimento
della realtà. Per me, come cristiano e prete, costituisce
motivo per ringraziare Dio che semina amore in tante versioni
umane.
Forse noi preti dobbiamo
rileggerci alcuni testi dei grandi teologi del secolo scorso,
il Talmud, la letteratura midrashica e diventare attenti alle
voci delle donne, delle persone LGBT, di tutti quelli che
abbiamo relegato in periferia,......
Lì Dio canta una canzone
nuova di cui la nostra chiesa ha un immenso bisogno.
Caro confratello, certamente
ricordi gli studi di Schillebeeck, Kung, Ortensio Da
Spinetoli..... sulla capacità che aveva Gesù di imparare,
cambiare idea e vivere in continua conversione.
Un testo che certamente hai
nella tua biblioteca personale ( John Sobrino, Gesù Cristo
liberatore, Cittadella) parla apertamente , in stupende
pagine, della conversione e della “ignoranza di Gesù” (le
questioni che Gesù ignorava).
Ti auguro di leggerle con
disponibilità e ti saluto con affetto.
Don Franco Barbero