martedì 20 giugno 2017

IN DIALOGO CON UN CONFRATELLO

Caro don Francesco,

scusa il ritardo con cui rispondo alla tua gradita e un po' sorprendente lettera.

Credo che, a livello esegetico ed ermeneutico, cercare di ricavare dai testi biblici le risposte agli interrogativi e alle “questioni” antropologiche e culturali di oggi sia metodologicamente scorretto.

Una cosa è il messaggio permanente del Vangelo, altro è la mobilità storica delle dottrine, altro ancora sono le formulazioni morali e dogmatiche.

Gesù di Nazareth, non quello vestito di panni ellenistici a Calcedonia, ma quello storico, non sapeva nulla della transessualità, dei transgender, dei soggetti bisessuali, delle esistenze “queer” e di tante altre questioni, come la pillola, la masturbazione, lo ius soli, il fine vita..... Gesù era un credente ebreo, del giudaismo del suo tempo, e ci lasciò la intramontabile testimonianza di un Dio amoroso, inclusivo che, anche lui convertendosi ogni giorno, andava scoprendo.

Oggi non “il mondo”, nella sua accezione agostiniana, ci dice che l'amore tra due donne o tra due uomini è sano e naturale, ma le scienze umane, la psicanalisi, l'antropologia.

Mi sembra che Dio vada ascoltato anche attraverso le arterie del creato, i cuori e i corpi amanti, ovunque essi siano.

Non riduciamo l'amore di Dio ai nostri modelli, anzi al modello unico; non facciamolo stare nel “singolare” della famiglia tradizionale.

Oggi sulla famiglia il plurale non è una moda, un cedimento; è il riconoscimento della realtà. Per me, come cristiano e prete, costituisce motivo per ringraziare Dio che semina amore in tante versioni umane.

Forse noi preti dobbiamo rileggerci alcuni testi dei grandi teologi del secolo scorso, il Talmud, la letteratura midrashica e diventare attenti alle voci delle donne, delle persone LGBT, di tutti quelli che abbiamo relegato in periferia,......

Lì Dio canta una canzone nuova di cui la nostra chiesa ha un immenso bisogno.

Caro confratello, certamente ricordi gli studi di Schillebeeck, Kung, Ortensio Da Spinetoli..... sulla capacità che aveva Gesù di imparare, cambiare idea e vivere in continua conversione.

Un testo che certamente hai nella tua biblioteca personale ( John Sobrino, Gesù Cristo liberatore, Cittadella) parla apertamente , in stupende pagine, della conversione e della “ignoranza di Gesù” (le questioni che Gesù ignorava).

Ti auguro di leggerle con disponibilità e ti saluto con affetto.

Don Franco Barbero