La
promessa che non tramonta
Marco 13,24-32
24 «Ma
in quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà e la
luna non darà il suo splendore; 25 le
stelle del cielo cadranno e le potenze che sono
nei cieli saranno scrollate. 26 Allora
vedranno il Figlio dell'uomo venire nelle nuvole, con grande potenza
e gloria. 27 Egli
allora manderà i suoi angeli e raccoglierà i suoi eletti dai
quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del
cielo. 28 Or
dal fico imparate questa similitudine: quando i suoi rami diventano
teneri e spuntano le prime
foglie, voi sapete che l'estate è vicina. 29 Così
anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è
vicino, proprio alle porte. 30 In
verità vi dico che questa generazione non passerà, prima che tutte
queste cose siano avvenute. 31 Il
cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
TESTO
E CONTESTO
Probabilmente
alle spalle di questa pagina dai colori minacciosi ed apocalittici
c'è la recente irruzione delle truppe romane e la profanazione e la
distruzione del tempio di Gerusalemme.
Sembrò
loro la fine del mondo; in realtà fu solo la fine di “un “
mondo, il loro mondo.
Questo
enorme sconvolgimento che a molti parve come la fine di ogni
promessa e di ogni speranza, rischiava di bloccare ogni iniziativa,
di raggelare i cuori, di paralizzare anche i discepoli del nazareno
(che allora erano uno dei tanti gruppi interni all'esperienza
giudaica).
Ma
è più probabile che questi toni apocalittici dell'imminente venuta
del regno di Dio abbiano trovato spazio anche nel cuore, nella
cultura e sulla bocca di Gesù che, giorno dopo giorno, vedeva
infrangersi il suo sogno di un intervento in cui Dio trasformasse
questa realtà piena di oppressione.
Gesù
di Nazareth fu certamente un profeta dai tratti apocalittici, nel
senso che aveva la ferma fiducia che l'ultima parola della storia
non stesse nelle mani dei potenti, ma ben salda nelle mani del
creatore e liberatore.
Ovviamente
sui tempi e sui modi dell'intervento divino anche Gesù non sapeva
nulla di più di quanto sappiamo noi.
Sono
straordinariamente chiare le pagine che il teologo Jon Sobrino ha
scritto al riguardo. Le ho riportate nel mio ultimo libro
“Confessione di fede di un eretico” (Ed. Mille).
Di
Gesù, dunque, presentato come assolutamente sincero e fiducioso nel
Padre, i Vangeli non hanno difficoltà a dire che non conosce il
giorno, il tempo dell'inveramento, della realizzazione dei “cieli
nuovi e terre nuove”.
“Di
questo Gesù non sa semplicemente nulla. E' il mistero di Dio e solo
di Dio” (pag.67). Questo per Gesù come per ciascuno /a di noi .
LA
SUA IGNORANZA NON SCALFISCE LA FIDUCIA.
L'abbaglio
che Gesù prende, l'errore in cui incorre rispetto ai tempi e
l'ignoranza creaturale del “calendario di Dio” non cancellano mai
in lui la radicale fiducia nel Dio della promessa.
Egli
coniuga la fretta dell'apocalittico appassionato con la più profonda
e radicale fiducia in Dio. Per questo esorta a vedere ogni ramo che
diventa tenero, ogni germoglio di vita, ogni foglia che verdeggia....
Ecco
ciò che la comunità di Marco e gli evangeli raccolgono come
messaggio.
Nell'attesa
che maturino i tempi della “pienezza” del regno di Dio, occorre
non stare con le mani in tasca, inoperosi, ma valorizzare ogni
germoglio di bene, ogni fiore di primavera come annuncio dell'estate
che viene.
Questo
è il modo di vivere un'attesa che apre il futuro senza cancellare il
presente in tutte le sue dimensioni.
LE
PAROLE DI GESU' NON PASSERANNO
Marco
ha messo sulla bocca di Gesù questa scoperta: la direzione di vita
che Gesù ci ha indicato, la fiducia in Dio che lo ha sorretto, la
speranza che Dio è presente in tutte le arterie del creato, questo
non tramonterà.
Noi,
come Gesù, non possiamo “indovinare” i tempi, ma possiamo vivere
un'attesa attiva, ossigenata dalla fiducia nel Dio e che, anche nelle
notti più buie, non cessa di essere la luce sul nostro cammino.
E'
il messaggio di Gesù che ci libera dal “presentismo”, il vivere
il presente come prigione o nella dimensione storica o nella
dimensione dell'autocentramento, dell'egoismo edonistico moderno
vissuto, venduto e scambiato per felicità.
NON
CORRIAMO INVANO
La
parola di Gesù che non tramonta è qui: se non lavoriamo ad un
futuro “altro” in noi e fuori di noi, con tanta fiducia in Dio,
con la passione apocalittica e profetica, la nostra vita si perde, si
spende e si spegne nei rivoli del nulla e la nostra fede si riduce ad
una cornice religiosa.
Esattamente
come Gesù, ignoriamo i tempi e i modi in cui la storia si aprirà
alle istanze del regno di Dio, fatto di giustizia e di amore, ma non
rischiamo idi correre nvano se seguiamo la traccia del nazareno.
Il
messaggio biblico cancella i maghi e gli indovini, ma ci convoca per
una esistenza quotidiana vissuta da profeti e testimoni.