8 marzo, otto parlamentari italiane firmano il manifesto polacco per il diritto all'aborto.
di Monica Rubino
06 MARZO 2021
La Repubblica
A
fianco delle donne polacche dopo
la promulgazione della legge che
limita il diritto all'aborto. Otto parlamentari italiane hanno firmato
il manifesto di tre deputate polacche intitolato "Noi, donne europee,
non rimarremo in silenzio". E lunedì alle 16, in occasione dell'8 marzo,
si terrà un flash-mob a Roma davanti all'ambasciata della Polonia, in
contemporanea con molte altre città europee e con Varsavia, dove
scenderà in piazza lo Strajk Kobiet (letteralmente, sciopero delle
donne), il piú importante movimento d'opposizione della società civile.
"La
mobilitazione delle donne polacche merita il nostro pieno sostegno -
afferma la deputata del Pd Laura Boldrini, tra le firmatarie del
manifesto - difendono i valori di libertà che sono anche i valori di
noi europee e europei e rivendicano quel diritto all'autodeterminazione
che appartiene alle donne di tutto il mondo. Per questo l'8 marzo
saremo, a Roma, davanti all'ambasciata della Polonia, come faranno tante
altre donne in tutta Europa, sempre davanti alla sede diplomatica
polacca, e a Varsavia con lo Strajk Kobiet".
La legge polacca che vieta l'aborto
Lo
scorso 27 gennaio, in Polonia, è entrata in vigore la legge che di
fatto sancisce il divieto quasi totale di abortire. Migliaia di persone
sono scese in piazza per protestare in diverse città del Paese, in
particolare a Varsavia.
L'European
Parliamentary Forum for Sexual and Reproductive Rights (EPF) - la rete
di parlamentari di tutta Europa impegnati/e nella tutela dei diritti
sessuali e riproduttivi delle donne di cui fanno parte Boldrini e la
deputata dem Lia Quartapelle - ha indetto un'azione coordinata per
contrastare questa legge, promuovendo per l'8 marzo manifestazioni
davanti all'ambasciata della Polonia in Italia, Finlandia, Svizzera,
Germania, Spagna, Slovenia, Albania, Austria, Paesi Bassi, Lituania,
Irlanda e Croazia. In Italia, il flash-mob si terrà all'esterno della
sede diplomatica di Roma, all'angolo tra via Pietro Paolo Rubens e via
dei Monti Parioli.
"Oggi è in Polonia
che i diritti delle donne sono più sotto attacco - si legge nel
manifesto delle deputate polacche - Se non ci mobilitiamo, se non ci
ribelliamo, domani potrebbe toccare anche ad altri Paesi".
Il Manifesto in difesa dei diritti di tutte le donne
Di
seguito pubblichiamo in versione integrale il manifesto promosso dalle
deputate polacche Katarzyna Kotula, Wanda Nowicka e Joanna
Scheuring-Wielgus.
Per l'Italia lo hanno
sottoscritto le già citate deputate dem Boldrini e Quartapelle, Chiara
Gribaudo (Pd), Simona Suriano (ex M5S ora nel Gruppo Misto), Maria Edera
Spadoni (M5S) e le senatrici Valeria Fedeli (Pd), Laura Garavini (Iv) e
Valeria Valente (Pd).
Noi, donne europee, non rimarremo in silenzio.
Da
più di un decennio, in Europa, diverse formazioni politiche alimentano
sentimenti xenofobi e intolleranti, mettono in discussione lo Stato di
diritto, attentano alle libertà e incrinano la coesione sociale e
civile.
In alcuni paesi queste
formazioni governano. È il caso della Polonia, dove sono violati i
diritti civili e, quotidianamente, è compressa la democrazia a discapito
di donne, persone Lgbtqi+, migranti, minoranze, oppositori.
Scriviamo
ora questo Manifesto perché, in Polonia, si è deciso di negare alle
donne la possibilità di abortire. La nuova legge voluta dal Governo
vieta l'interruzione volontaria di gravidanza, salvo in caso di incesto,
stupro o pericolo per la vita della madre. Le donne saranno addirittura
costrette, quindi, a portare avanti forzatamente gravidanze anche in
presenza di feti con anomalie congenite e malformazioni gravissime, per
questo esposti a una quasi certa mortalità post partum.
La
cinica risposta delle autorità polacche è quella di creare "stanze del
pianto" dove le donne possano piangere la loro perdita. Nel 2021, in
Polonia, paese membro dell'Unione europea, il governo propone questo
piuttosto che fornire un sostegno psicologico o un aiuto per
l'educazione di minori con disabilità. Le famiglie di queste bambine e
bambini vengono dimenticate e, spesso, vivono in condizioni di povertà.
L'autodeterminazione
delle donne è stata di fatto soppressa. Tutto ciò in nome di un
presunto dogma religioso diventato, per le autorità politiche polacche,
il più importante riferimento, in barba al rispetto dello stesso
principio di laicità dello Stato.
Dopo
l'approvazione della legge, le donne polacche hanno invaso le strade
per protestare pacificamente e rivendicare i loro diritti e la loro
libertà. A queste manifestazioni democratiche, le autorità hanno
risposto con una repressione attuata anche attraverso abusi da parte
delle forze dell'ordine. Gas lacrimogeni, violenza, minacce e arresti
hanno segnato gli ultimi mesi della Polonia nell'assordante silenzio dei
media governativi, rotto soltanto da voci di condanna verso le donne.
Ora
è tempo di agire in modo concreto. Quanto sta accadendo in Polonia
riguarda tutte e tutti noi, europee ed europei. Siamo un'Unione di
valori, ideali, principî e non solo una comunità di interessi. Proprio
questi valori, ideali e principî sono a rischio. E sono i nostri. In
particolare di noi europee, sorelle delle polacche.
Per
questo tante e tanti parlamentari ed europarlamentari hanno
sottoscritto questo Manifesto e hanno promosso una mobilitazione per l'8
marzo.
In occasione di questa
giornata, vogliamo ribadire che esigiamo in Polonia, come in ogni altro
paese, il pieno riconoscimento dei diritti delle donne e della loro
libertà: il diritto all'interruzione sicura della gravidanza,
all'educazione alla sessualità, alla dignità e al rispetto.
Oggi
è in Polonia che i diritti delle donne sono più sotto attacco. Se non
ci mobilitiamo, se non ci ribelliamo, domani potrebbe toccare anche ad
altri Paesi. E questo non possiamo permetterlo.