lunedì 22 marzo 2021

L'ITALIA E' ARRETRATA: URGENTE APPROVARE LA LEGGE ZAN

 Perché una legge contro chi picchia i gay 

di Michela Marzano 

in “La Stampa” del 22 marzo 2021 

Quand'è che la si smetterà una volta per tutte di dire, scrivere o pensare che, in Italia, non c'è  bisogno di alcuna legge contro l'omotransfobia, che le persone trans e omosessuali sono  perfettamente integrate, rispettate e riconosciute, e che introdurre nuove norme significherebbe  restringere e intaccare la libertà di espressione? Quanti altri esseri umani devono ancora essere  insultati, offesi, derisi, umiliati, picchiati o massacrati prima di capire che sono loro, le persone  trans, le lesbiche e i gay, a non essere liberi di essere ciò che sono semplicemente perché c'è chi li  considera malati, pericolosi, viziosi, infetti, sbagliati? 

È moralmente inaccettabile che, nel 2021, ci siano ancora individui che si permettano di odiare  alcune persone solo perché omosessuali o trans. «Non vi vergognate?», ha detto l'aggressore a Jean  Pierre e al compagno prima di iniziare a riempirli di calci e pugni. 

Jean Pierre e il compagno erano a Roma, in stazione, e si stavano baciando. E il tizio, vedendoli, ha perso la testa e li ha aggrediti  senza forse nemmeno rendersi conto che l'unico che si sarebbe dovuto vergognare per la rabbia che  gli si è scatenata dentro era lui. Lui che non accetta. Lui che giudica. Lui che odia. Lui che insulta.  Lui che picchia. Lo sa, quest'omofobo, che l'omosessualità, esattamente come l'eterosessualità, è un  orientamento sessuale? E quindi un modo di essere e di amare. 

Qualcosa che non si sceglie, non si  cambia, non si cura. Perché non c'è niente da cui guarire o da curare. C'è solo qualcosa da  riconoscere e accettare. Qualcosa che, esattamente come l'eterosessualità, fa parte della propria  identità, quella con la quale prima o poi tutti dobbiamo fare i conti, anche quando ci sono cose che  vorremmo che fossero diverse, cose che magari non sopportiamo di noi stessi, cose con le quali,  però, non possiamo far altro che convivere. 

L'Italia è arretrata. Nonostante gli sforzi fatti in questi ultimi decenni dalle associazioni Lgbtqi+ e  da tutti coloro che, senza far parte di alcuna associazione, si battono quotidianamente per  l'uguaglianza e la libertà di tutte e di tutti, i pregiudizi e l'ipocrisia persistono. La differenza  continua a far paura. Rimette ancora troppo in discussione quello che si conosce, o che si pensa  sapere, spingendo a rifiutare ciò che è "altro" rispetto a sé, ai propri codici, alle proprie abitudini.  

Ecco perché c'è l'urgente necessità di approvare la legge Zan contro l'omofobia e la transfobia –  votata alla Camera, ma per il momento ferma in Senato. 

Checché ne pensino i contemporanei farisei – i primi a scandalizzarsi di fronte ai fatti di violenza, ma anche i primi a considerare la legge Zan  come inutile se non addirittura pericolosa – sarà solo nel momento in cui il nostro paese avrà questa  legge che il Parlamento avrà detto in modo chiaro da che parte stanno la libertà e l'uguaglianza, e da che parte, invece, continuano a stare l'ignominia e l'odio: in un paese democratico e liberale non ci  si può vergognare di quello che si è o di chi si ama; ci si dovrebbe piuttosto vergognare di non  permettere a tutte e a tutti, nonostante le differenze, di essere uguali e liberi.