NOI SIAMO CHIESA
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Lettera aperta
sul cammino sinodale della Chiesa italiana
Carissimi fratelli vescovi,
il cammino sinodale, di cui la Conferenza episcopale ha nelle scorse settimane annunciato l’avvio e di cui discuterete nella vostra Assemblea generale del 24-27 maggio, ci pare una grande opportunità, un vero kairós,
per rimettere in movimento una comunità ecclesiale che da tempo nel
nostro paese vive una situazione di stanchezza e di fatica a comunicare
la fede in un mondo in continuo mutamento.
Perciò
siamo convinti che tale occasione vada colta con gioia e speranza, con
coraggio e impegno, con spirito costruttivo e autocritico, con parresia
e voglia di percorrere strade nuove, sotto la guida dello Spirito, e
sentiamo urgente la necessità di contribuire fin da principio al cammino
sinodale, che non può prescindere dall’apporto di tutte le componenti
ecclesiali.
Ciò richiede, a nostro parere, prima di tutto, che il percorso sinodale sia il più
aperto, inclusivo e partecipativo possibile, coinvolgendo non solo chi
frequenta abitualmente le nostre parrocchie e associazioni, ma pure quanti, per diverse ragioni (anche di visione etica o teologica), sono
stati messi ai margini o si sono allontanati dalle nostre strutture
pastorali. Solo un processo di profondo ascolto, di autentica
discussione, di dialogo sincero, di ricerca comune e di deliberazione
condivisa, che implichi tutte le componenti del corpo ecclesiale e tutte
le voci (comprese quelle ferite o critiche e interpellando anche i
fratelli e le sorelle delle altre Chiese cristiane), chiamate a
esprimersi su un piano di parità, con piena libertà e senza argomenti
“proibiti”, può, infatti, innescare quella conversione pastorale sempre invocata.
A
ciò dovrebbe servire prima di tutto una consultazione che parta dal
basso, comunità per comunità, diocesi per diocesi, ecc. per costruire un
consenso forgiato a partire dalle esperienze, dalle preoccupazioni,
dalle proposte emergenti dalla base ecclesiale, e destinato a tradursi
in decisioni assunte di comune accordo.
Questa
autentica esperienza di comunione, corresponsabilità e discernimento
dovrebbe avere come filo conduttore un interrogativo di fondo: come la
nostra Chiesa può ripensare la propria presenza e missione evangelizzatrice nella società italiana di oggi e di domani?
Non
potremmo, infatti, non partire da alcune constatazioni, vissute
nell’esperienza quotidiana prima che rilevate dalle indagini
sociologiche:
-
l’esaurimento
del modello ecclesiologico della Chiesa italiana; questo è nella
sostanza ancora espressione di un regime di cristianità che non risponde
più alla realtà del nostro paese, ma sopravvive nell’immaginario o
nelle nostalgie, per cui va rivisitato criticamente, riconoscendo anche
quanto di esso nei decenni scorsi ha oscurato il messaggio evangelico;
-
l’insufficienza,
confermata dalla pandemia, della parrocchia tradizionale quale canale
di evangelizzazione/trasmissione della fede;
-
la distanza sempre più percepita tra insegnamento della Chiesa e vita delle persone;
-
la
difficoltà della nostra Chiesa, pur capace di promuovere innumerevoli e
lodevoli iniziative di carità, a “dire una parola rilevante” nelle
gravissime crisi vissute dall’Italia nel 2008 e oggi, che hanno
accresciuto le disuguaglianze sociali e indotto anche molti cattolici ad
avallare spinte xenofobe e antisolidali.
Ciò implica affrontare almeno due questioni decisive:
-
la forma
con cui i credenti vivono la fede insieme oggi (quindi l’organizzazione
della comunità, la centralità della Parola, i ministeri ecclesiali, il
ruolo delle donne, la visione della sessualità e la presenza delle
persone lgbt+, il rinnovamento delle modalità celebrative, la formazione
del clero, gli abusi di potere, coscienza e sessuali sui più fragili,
la trasparenza delle finanze e la gestione dei beni ecclesiastici,
ecc.);
-
il
come la comunità ecclesiale può offrire un servizio significativo alla
nostra società (quindi la centralità di ultime e ultimi, il pluralismo
religioso, la presenza delle comunità immigrate, il rapporto con la
politica, la laicità dello Stato, l'impegno per la pace, la giustizia e
l'integrità del creato, il dialogo ecumenico e interreligioso, ecc.).
Un compito impegnativo, ma entusiasmante. Un cammino da percorrere tutte e tutti insieme.
9 maggio 2021
Adista – Costituzione Concilio Cittadinanza. Per una rete tra cattolici e democratici (c3dem) – Cammini di speranza – Centro interconfessionale per la pace (Cipax) – Comunità cristiane di base (Cdb) – Comunità di via Germanasca (TO) – Coordinamento Teologhe Italiane (CTI) – Donne per la Chiesa – Il foglio – La tenda di Gionata – Noi siamo Chiesa – Pax Christi – Pretioperai – Progetto Giovani Cristiani lgbt+ – 3VolteGenitori – Viandanti
Questa
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