Educazione civica: non con i prof. di una materia facoltativa
Claudio Geymonat
Riforma 21/5
La
Chiesa Valdese di Milano, avendo appreso che in molte scuole del
secondo ciclo l’introduzione dell’insegnamento di educazione civica, in
ottemperanza alla legge 92/2019, è stata affidata - in tutto o in parte-
agli insegnanti di religione cattolica, «attesta la propria contrarietà
a questa decisione».
In un comunicato
la Chiesa valdese di Milano afferma come «La nostra posizione si
richiama alle finalità stesse di questa disciplina, che intende, secondo
le linee guida ministeriali, avere “valenza di matrice valoriale
trasversale” e come obiettivo di operare affinché i ragazzi e le
ragazze, al termine del ciclo di insegnamento possano “partecipare al
dibattito culturale, cogliere la complessità dei problemi esistenziali,
morali, politici, sociali, economici e scientifici e formulare risposte
personali argomentate”».
Per questo,
prosegue il testo, «Riteniamo che tale insegnamento non possa essere
affidato a docenti di una materia facoltativa e che la ricaduta più
grave di tale prassi sia quella di imporre agli studenti che non si
avvalgono dell’insegnamento di religione cattolica, l’ascolto di un
docente scelto dalla curia per una disciplina obbligatoria che
contribuirà a definire le loro scale valoriali».
Monica
Fabbri, presidente del concistoro della Chiesa valdese meneghina,
intervenuta radiofonicamente su Radio Beckwith Evangelica ha spiegato il
senso della lettera: «Da settembre con nuovo anno scolastico chi ha
figli che frequentano le scuole si è accorto che è stato introdotto un
percorso di educazione civica, che nelle intenzioni deve essere
trasversale, trattato nelle varie materie secondo le varie
caratteristiche delle singole discipline, per aumentare la voglia nei
ragazze e ragazze di partecipare alla vita sociale politica culturale di
un territorio e formarsi in questo ambito. Troviamo che affidare a
insegnanti di educazione cattolica il compito di occuparsi
dell’educazione civica sia profondamente scorretto perché ovviamente
tali docenti sono religiosamente orientati e per ciò appare ingiusto che
siano loro a contribuire a costruire la scala valoriale dei nostri
figli e delle nostre figlie, compresi e comprese anche chi ha scelto di
non avvalersi dell’ora di insegnamento della religione cattolica».
Intanto
in queste settimane è in corso una raccolta firme, promossa
dall'Associazione «ArticoloZero-Coordinamento per la laicità» e che vede
fra i primi firmatari anche il concistoro della Chiesa valdese di
Torino e il Centro culturale protestante torinese per denunciare la
paradossale e discriminante situazione per cui, sempre più spesso, nelle
nostre scuole pubbliche si affida a chi insegna religione cattolica
l'insegnamento «trasversale» di Educazione civica, e per rilanciare il
dibattito sulla laicità (elemento fondativo della nostra Costituzione)
nella Scuola dando appuntamento ad un'iniziativa pubblica sul tema, il
prossimo sabato 5 giugno 2021.