Il rapporto diretto con Dio
"Ogni
tanto Gesù si allontanava da tutti. Dopo i bagni di folla e i pressanti
incontri che si susseguivano giorno dopo giorno, aveva bisogno di
fermarsi, di allontanarsi dal mondo circostante. Dopo aver dialogato con
tante persone, sentiva la necessità di sottrarsi alle sollecitazioni
esterne cercava di concentrarsi in sé, in un proprio spazio interiore.
Si isolava per pregare, per cercare un rapporto diretto con Dio.
Questa
sua abitudine di pregare da solo svela un aspetto incredibilmente
profondo della sua identità. Pur cercando un rapporto con tutti, egli era
un uomo sostanzialmente solo, perché autonomo e indipendente. Trovava
tutto il sostegno di cui aveva bisogno esclusivamente in un appello al
soprannaturale. E' questa pratica dell'idea dell'invocazione e
dell'abbandono incondizionato a Dio che gli dà forza e sta alla radice
della sua solitaria vita personale. La visione finale che ci trasmettono
i racconti della preghiera nell'orto del Monte degli Ulivi rivela un
carattere costante della sua esistenza.
Al termine della sua vita la
situazione che Gesù si trova ad affrontare è irrisolvibile. Aveva
assunto, in modo personale, pesi e fatiche, desideri e attese, aveva
sperato in Dio, aveva attivato forze incontenibili. Giunto al compimento
del suo dramma, al momento di massima tensione emotiva, riaffiora la
fedeltà allo stile di vita che aveva abbracciato. Gesù rimane solo, con
le sue sole forze, faccia a faccia con Dio. Continua a essere
obbediente. Non chiede nulla che non sia quello che deve avvenire. E
tutto avverrà davanti a un mondo che non può dominare e che gli è
sostanzialmente lontano ed estraneo. Uomo della mobilità e della
convivialità, rimarrà totalmente solo e immobilizzato sul legno".
A.Destro-M.Pesce, L'uomo Gesù, Mondadori pagg. 211 e 114