venerdì 21 maggio 2021

ONU: ENTE INUTILE E COSTOSO

 Onu bloccata dal veto Usa, Ue assente

Biden assolve Bibi. Egiziani a Tel Aviv

La misura del clima internazionale che avvolge le violenze in corso in Israele e Territori occupati palestinesi la danno le dichiarazioni di due cancellerie europee. Nel silenzio assordante di Bruxelles, ieri il ministero degli interni francese ha chiesto alla polizia di vietare la manifestazione prevista per domani a Parigi in solidarietà con i palestinesi.

Nelle stesse ore il ministro degli esteri tedesco Heiko Mass ribadiva l’intenzione di proseguire con la consegna di sottomarini della Thyssenkrupp Marine Systems a Israele perché, ha detto, le sanzioni non servono a calmare le tensioni. Nemmeno continuare ad armare una delle due parti, verrebbe da dire. Posizioni queste che fanno eco allo stallo alle Nazioni unite, palesemente incapaci di trovare un punto comune. Ieri per il secondo giorno di fila il Consiglio di Sicurezza si vedeva bloccare una dichiarazione congiunta dal veto americano. Gli Usa insistono: controproducente condannare le bombe israeliane su Gaza e i missili di Hamas su Israele, meglio lavorare dietro le quinte. Il lavoro è davvero molto dietro le quinte visto che in superficie non traspare nulla.

Appaiono solo le dichiarazioni dell’amministrazione Biden e indiscrezioni sull’arrivo a Tel Aviv - una prima assoluta - di una delegazione egiziana per mediare un cessate il fuoco tra Israele e Hamas, incontrato poche ore prima nella Striscia di Gaza, secondo fonti di stampa. Ieri Biden ha citato il «work in progress» di egiziani e sauditi, per poi assolvere Israele: le bombe su Gaza «non sono una reazione eccessiva».

Da Mosca sulla questione sono intervenuti ieri il presidente russo Putin e il segretario generale dell’Onu Guterres che hanno individuato come priorità «la fine delle azioni violente da entrambe le parti». Obiettivo raggiungibile, hanno aggiunto, con un incontro urgente del Quartetto (Usa, Russia, Onu e Ue), evaporato da e silenzioso da un bel po’.

Più reattiva è la Corte penale internazionale che a marzo aveva annunciato l’avvio di guerra commessi nei Territori occupati dal 2014 da parte di Israele (offensive contro Gaza e colonizzazione) e da Hamas (razzi). Mercoledì la procuratrice capo Fatou Bensouda ha detto di star seguendo «l’escalation di violenze in Cisgiordania, Gerusalemme est e Gaza e la possibile commissione di crimini secondo lo Statuto di Roman».

ALLA FINE A TENERE il punto politico, a guardare alla luna mettendo da parte il dito, sono i socialisti statunitensi e le star internazionali. Da una parte lo Squad team, con Alexandria Ocasio-Cortez che ieri tornava a chiedere conto a Biden di dichiarazioni che «disumanizzano» i palestinesi e sostengono «l’occupazione» senza indicare «i motivi che hanno condotto a questo ciclo di violenze: l‘espulsione dei palestinesi e gli attacchi ad al-Aqsan». E poi c’è il tam-tam sui social, acceso da milioni di utenti e dalle celebrità: da Bella Hadid a Rihanna, dai Rage against the Machine alla Nobel per la pace Malala, l'appello è unico, porre fine a un’ingiustizia perpetrata da decenni sulla pelle dei palestinesi.

Chiara Cruciati, Il Manifesto 14 maggio