Segreti e vescovi (don Luciano Locatelli)
Confesso
che assumo dosi omeopatiche di Radio Maria perché ho scoperto, per
quanto mi riguarda, una sua funzione terapeutica. Infatti, soprattutto
la predicazione del direttore p. Livio, ha il potere di stimolare il mio
sistema nervoso e accendere fino a farli brillare neuroni che, a volte,
rischiano di lavorare a metà.
Detto
questo, vorrei rivolgere la parola ai Vescovi italiani, i miei vescovi,
per chiedere loro fino a quando permetteranno la divulgazione di
fandonie pseudospirituali che, a mio modesto avviso, non hanno nulla da
spartire con l’annuncio del Vangelo.
Mi
riferisco, in particolare, a tutta quella predicazione incentrata sui
cosiddetti “10 segreti”, consegnati dalla Madonna di Medjugorje
direttamente a una “veggente” e scritti su una sorta di pergamena che
non è pergamena ma che è fatta di un materiale che non “esiste la qui
sula tera” (così si esprime la “veggente”). Così come tutta la
propaganda attorno alle “visioni” sul Paradiso, Purgatorio e Inferno che
manco Dario Argento. O ai continui messaggi che, puntuale come una
“postina” svizzera, il 25 di ogni mese la Madonna consegna a una
“veggente” (gli altri sono meno fortunati: una volta all’anno e fatevelo
bastare!).
Il tutto condito con
l’immancabile richiesta di sostegno economico con offerte e financo
lasciti testamentari per «aiutare la Madonna ad aiutarci».
Non
voglio giudicare le persone, soprattutto quelle anziane, che trovano
giovamento nell’ascoltare Radio Maria, però qualche pensiero lo faccio.
È
più di trent’anni che cerco di studiare, approfondire, amare la parola
del Vangelo. Ultimamente con Lidia Maggi ho vissuto un bellissimo
cammino di approfondimento del Vangelo secondo Marco con l’Associazione
“Liberare l’uomo” che ha sede in Treviso. Otto incontri dal titolo
“Daccapo. Marco, l’evangelo dei ripetenti”. Sì, “Daccapo” perché il
Vangelo è un percorso che non è mai finito, è un invito a ricominciare
ogni giorno nella fatica del quotidiano. E solo Dio sa quanto le nostre
comunità cristiane abbiano bisogno di riavvicinarsi alla Parola, troppo
spesso dimenticata, molte volte relegata in fondo a qualche angolo di
catechesi o a qualche scampolo di omelia (sì, spesso nelle omelie “si
usa” la Parola per arrivare a dire altro).
Se
vogliamo ridare slancio e ossigeno alle nostre comunità abbiamo bisogno
di ripartire dalla Parola, con serietà, dedizione, anche con tutta la
fatica necessaria che comporta questo percorso. Non abbiamo certo
bisogno di fantapredicazioni che non hanno attinenza alcuna con il
messaggio di Gesù.
Allora chiedo ai miei
Vescovi: “Quousque tandem abutere patientia nostra?”. Fino a quando
dovremo sopportare questo vostro silenzio a proposito di tali
“messaggi”?
Spiegateci perché lasciate circolare liberamente per l’etere
questo tipo di cose spacciate per cristiane e cattoliche. In caso
contrario diteci chiaramente che sì, questo è quanto crediamo e vi
invitiamo a credere. Così potremo finalmente abbandonare la fatica di
camminare sulle vie del Vangelo e attendere che i “segreti” vengano
svelati.
Io personalmente sono stanco di
vedere queste ambiguità lasciate libere di scorrazzare nella Chiesa.
Siete i Pastori della comunità cristiana: tirate fuori… la parresia se
ne avete e prendete posizione una volta per tutte. In tempo di pandemia
vi siete persino preoccupati di dirci come scambiare un segno di pace
durante l’Eucaristia, guardandoci come bambini da educare perché
incapaci (e questo la dice lunga sul modo di considerarci). E non
riuscite a dire una parola sulle cose veramente importanti? Vi sta a
cuore il Vangelo? Ditecelo e fate quel che dovete fare.
Vi abbraccio fraternamente.
don Luciano Locatelli
Adista, 04/06/2021