Nuovi dati sulla spesa militare mondiale 2020: crescita del 2,6% e sfiorati i 2.000 miliardi di dollari
Coordinamento Campagne Rete Italiana Pace e Disarmo 26 Aprile 2021
Nuovi dati sulla spesa militare mondiale 2020: crescita del 2,6% e sfiorati i 2.000 miliardi di dollari
Il
SIPRI di Stoccolma (Istituto di studi sulla Pace tra i più prestigiosi
al mondo) ha diffuso le sue nuove stime sulla spesa militare mondiale: i
dati così elaborati sono molto utili soprattutto per valutare i trend
di medio periodo della spesa militare e per poter effettuare
comparazioni tra diverse regioni e Paesi, derivando da una metodologia
in grado di rapportare le cifre all’unico standard del Dollaro USA
(anche se ovviamente non è possibile una ulteriore “correzione”
determinata dal diverso potere d’acquisto).
Per
evidenti ragioni di accesso ai dati e di impossibilità di conoscere
approfonditamente tutte le pieghe di bilancio di ogni singolo Stato le
cifre possono differire da quelle di analisi più specifiche “nazionali”
(succede anche per l’Italia), ma essendo basate su solida metodologia e
un definizione precisa e chiara (la stessa ad esempio adottata
dall’Osservatorio Mil€x) ne descrivono correttamente le tendenze anche e
soprattutto – come già detto – in relazione ad altri Paesi e quindi
come criterio di confronto.
Tutto ciò premesso ecco dunque quali sono le novità contenute nel Rapporto SIPRI sulla Spesa Militare relativa al 2020.
Le
spese militari mondiali sono aumentate nel 2020 del 2,6% in termini
reali (+9,3% nell’ultimo decennio) e sono ora stimate ad una cifra
complessiva di 1.981 miliardi di US$. I primi 10 paesi per spesa
militare nel 2020 sono i seguenti (viene esplicitata anche la variazione
percentuale rispetto al 2019).
La spesa
militare degli Stati Uniti è aumentata per il terzo anno consecutivo:
nel 2020 rimangono di gran lunga al vertice della classifica, con il 39%
della spesa globale. Le spese militari della Cina sono aumentate per il
26° anno consecutivo (+76% nel decennio 2011-20) ed anche India e
Russia registrano una crescita. Il calo registrato dall’Arabia Saudita è
stato il maggiore in termini percentuali tra i primi 15 paesi della
lista, con il Regno Unito ha ottenuto nel 2020 la quinta posizione. I
primi 15 paesi per spesa militare hanno raggiunto la cifra complessiva
di 1.603 miliardi di dollari pari all’81% del totale.
Le
spese militari dei Paesi europei sono aumentate del 4,0% rispetto al
2019. L’Europa centrale (+6,0%) e l’Europa occidentale (+3,9%) hanno
entrambe aumentato la loro spesa militare probabilmente a causa di una
continua minaccia percepita nei confronti della Russia. In Europa
orientale l’aumento è stato del 3,4% principalmente a causa dell’aumento
della spesa di Mosca.
La spesa militare degli stati del Medio Oriente per i quali il SIPRI ha raccolto dati disponibili è diminuita del 6,5%.
La
spesa complessiva di tutti gli Stati membri della NATO è stata di circa
1.103 miliardi di US$ pari al 56% della spesa militare globale. Sei dei
15 paesi con più alta spesa militare sono membri della NATO: Stati
Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Canada. Insieme, questi
sei hanno rappresentato il 90% (circa 995 miliardi di dollari) della
spesa totale della NATO e il 50% della spesa militare globale. La spesa
complessiva dei 27 Paesi membri dell’Unione Europea è stata di 232,8
miliardi di dollari (in crescita del 4,6% rispetto al 2019 e in crescita
del 24,5% rispetto al 2014).
L’Italia
rimane nella “top 5” europea per spesa militare (dietro Russia, Regno
Unito, Germania e Francia) arrivando alla undicesima posizione globale
con una spesa per il 2020 che il SIPRI stima in 28,9 miliardi di dollari
(+ 7,5% rispetto al 2019) corrispondenti a 25,4 miliardi di euro.
Il
quadro di lettura di base è dunque quello di una crescita decisa delle
spese militari italiane dopo un periodo di relativa stasi fino al 2019,
con un aumento sostanziale nel 2020.
Un
trend che (al di là delle differenze in valore assoluto già spiegate con
un differente accesso ai dati e ricostruzione delle stime, oltre che
dal cambio di valuta) si allinea alle valutazioni specifiche e
approfondite sull’Italia presenti nel recente Comunicato Stampa
dell’Osservatorio Mil€x (che ha già stimato la spesa previsionale 2021)