venerdì 29 luglio 2022

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA DI DOMENICA 31 LUGLIO 2022

COME SI DIVENTA STOLTI

Luca 12, 13 - 21

Uno della folla gli disse: "Maestro, dì a mio fratello che divida con me l'eredità". Ma Egli rispose: "O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?". E disse loro: "Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni".

Disse poi una parabola:

"La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse:  Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio".

La ricchezza via maestra che allonatan dal Vangelo

 Siamo posti anche oggi davanti ad una pagina che troviamo soltanto nel Vangelo di Luca. Il nostro evangelista ha il "dente avvelenato", potremmo dire, rispetto alla cupidigia, all'avarizia, alla tentazione dell'arricchire.

Anzi, la ricchezza può diventare il nostro dio ("Non potete servire a Dio e a Mammona" Luca 16,13) e causare una deviazione totale dalla strada di Gesù (l'episodio di Anania e Saffira narrato in Atti 5).

Se guardiamo alla chiesa e alla società di oggi dobbiamo convenire che Luca ha lanciato un grido profetico, un ammonimento salutare, ha visto lontano.

Molti dei tradimenti che le chiese cristiane nel passato e nel presente hanno perpetrato nei confronti del Vangelo, sono stati causati dalla idolatria del denaro. Cinque anni fa è morto il teologo cattolico Diez - Alegrìa, uomo di fede profonda e coraggiosa.

In un suo scritto giovanile si legge: "Penso che la chiesa cattolica nel suo insieme abbia tradito Gesù...... Questa chiesa...... è quello che hanno voluto nel corso della storia i potenti di questo mondo".

Come dargli torto? Coloro che contrastano la scelta di una chiesa povera, come voluta da papa Francesco, sono i veri nemici del Vangelo di Gesù; molti di loro si proclamano cristiani….

Ritornando al testo evangelico che oggi meditiamo, è chiaro che il  movimento di Gesù raccolse questo messaggio così esplicito ed impegnativo del Maestro di Nazareth e Luca ne fece uno dei punti centrali del suo Vangelo.

BADATE.........

 I versetti 13 - 14 - 15 sono un concentrato di messaggi e di stimoli. Intanto Gesù non accetta di mettersi nel ruolo di chi dà la soluzione tra i due contendenti.

Non li solleva dalla loro non trasferibile responsabilità.

Da vero educatore, Gesù offre un ventaglio di "riflessioni sapienziali" per rendere il suo interlocutore e i due fratelli in grado di ripensare ciò che stanno facendo e in grado di prendere una saggia decisione.

Non sappiamo se i due fratelli ne abbiano fatto tesoro, ma l'insegnamento è di una profondità quasi insondabile.

Talune parole di Gesù mi fanno pensare ad un pozzo d'acqua fresca così profondo da non poterne mai toccare il fondo: "Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia, = (da ogni desiderio di avere sempre di più)".

Già...... la vita non dipende dai beni che abbiamo.

E' così facile crederlo, ma è così difficile praticarlo in un mondo in cui l'ingordigia dei potenti ha prodotto un contagio da cui è difficile difendersi.

Non posso limitarmi a denunciare il marciume, il fango delle cricche dei governanti alla Trump e Salvini  che spesso lavorano in perfetto accordo e spartiscono utili e privilegi; debbo pensare alla mia vita, a convertire i miei desideri, a condurre un'esistenza sobria e solidale.

Ecco il messaggio che ci arriva dalle tante comunità della Teologia della liberazione, da tanti uomini e tante donne che nei luoghi più diversi non pensano ad ingrandire i propri granai, ma a condividere.

Sparsa su tutta la terra esiste (eccome!) una chiesa "altra" che tenta i sentieri impervi ma produttivi delle beatitudini. Non è la chiesa che fa bella mostra di sè, ma vive in tanti piccoli gruppi ed esperienze  che non fanno rumore e non danno spettacolo, ma praticano la solidarietà.

 STOLTO.......

 La parabola che si estende dal versetto 16 al 21 trova una versione parallela e contratta nel loghion 63 del Vangelo di Tommaso: "Gesù ha detto. C'era un uomo ricco che aveva molto denaro. Disse: Userò il denaro per seminare, mietere, piantare e riempire i granai di frutti, in modo che non mi manchi nulla. Ecco che cosa pensava nel suo cuore. La stessa notte morì. Chi ha orecchie per intendere, intenda!".

Intanto non è irrilevante che il Vangelo definisca "stolto - senza discernimento - folle" l'uomo che corre dietro alla cupidigia e all'ingordigia.

Non si tratta semplicemente di una violazione della legge di Mosè (Esodo 20,17) e dell'insegnamento dei profeti (Michea 2,2).

 No, Luca compie un passo ulteriore.

Fedele testimone dell'insegnamento del Nazareno e attento al vissuto dei gruppi in cui è inserito, narra la parabola che ruota attorno a questo "progettatore" instancabile, ingordo e folle e la apre a due constatazioni: c'è chi accumula per sè e chi progetta e accumula secondo l'ottica del Regno di Dio.

Si noti: questo ricco agricoltore non è un ladro, un mafioso, uno sporcaccione, uno spacciatore di droga nei palazzi del potere.

Qui non c'è nulla che indichi malversazione o furto; non c'è nulla che suggerisca un qualche maltrattamento degli operai alla maniera dei mafiosi o una qualsiasi azione criminale.

Ma, allora, perché è stolto?

E' uno stolto, ci dice la parabola "perché egli vive soltanto per sé, parla a se stesso, fa progetti per se stesso e si congratula con se stesso" (F. Craddock). 

Come scrive Alessandro Gennari: "E' interessante notare che il ricco non ha altro partner che se stesso, a conferma del narcisismo radicale che lo caratterizza. Si noti l'uso dell'aggettivo possessivo: i miei raccolti, i miei magazzini, i miei beni, l'anima mia…".

La parabola non ha nulla di caricaturale: i beni diventano il tutto della vita e prendono il posto di Dio.

Questo nei due Testamenti biblici è chiamata l'idolatria.

La conseguenza "sociale" è palese: il desiderio ardente dell'accumulo non solo pone i beni come "dio" buttando fuori il reale riconoscimento di Dio, ma produce cecità, indifferenza, chiusura verso i bisogni degli altri, delle altre.

Dunque sono avvertito: devo sorvegliare il mio cuore perché non succeda anche a me che la "cupidigia", occupando il centro non metta ai margini della mia vita Dio e l'impegno per un mondo più giusto.

Oggi è difficile leggere questa parabola senza pensare ad un ricco- straricco molto peggiore di quello della parabola.  Purtroppo ci siamo abituiati/e a vedere in totale libertà e trionfanti nei palazzi del potere un sacco di delinquenti che hanno sgovernato l'Italia tra cortigiani, mafie, prostitute e affari loschi.  Spesso, putroppo,  con il consenso delle gerarchie cattoliche.  A volte dentro questa sporcizia dei palazzi abbiamo trovato non pochi magistrati e dobbiamo constatare che rare volte la giustizia umana fa il suo dovere fino in fondo

 Sia gloria a Dio per ogni atto di giustizia sulla terra.

 AIUTACI

Aiutaci, o Dio,

ad essere consapevoli delle nostre mille fragilità

e della nostra precarietà.

Possano le "cose" che abbiamo

tradursi in scambio e condivisione

nelle piccola realtà

del nostro quotidiano.