sabato 30 luglio 2022

LA CASA DELL'EBREO CREDENTE

       Due caratteristiche devono essere proprie della casa: l'essere aperta verso la parola, e l'essere aperta nei confronti della sofferenza umana: “ Sia la tua  casa una casa di riunione per i sapienti, impòlverati nella polvere dei loro piedi e abbéverati come assetato alle loro parole… Sia la tua casa largamente aperta agli stranieri e siano i poveri come i figli della tua casa” (m, Pirqe Avot 1,4-5).

La continuità delle parole della Torah manifestatasi in  un'istruzione avvenuta ai piedi dei sapienti (cfr. At,22,3), impone di  dischiudere la propria casa alla parola e con ciò anche ai sofferenti: "proprio come la casa di ognuno deve essere un luogo di incontro per i sapienti, così essa deve essere largamente aperta agli ospiti e al povero" . "Questo insegna che la casa di un uomo dovrebbe avere un'entrata spaziosa, al nord, al sud, all'est e all'ovest come quella di Giobbe che fece 4 porte alla sua casa.

 E perché Giobbe fece quattro porte alla sua casa? Lo fece perché i poveri non avessero l'incomodo di girarvi attorno:i chi veniva dal nord poteva entrare direttamente dalla sua direzione, allo stesso modo uno che veniva dal sud e così per gli altri punti cardinali".(Pirqe Avot).


Piero Stefani, Il nome e la domanda, Mocelliana Ed. pag,195