Mentre finalmente un governo sta facendo, con alcuni cedimenti, tutto quello che sa e può fare sul terreno dell’equità sociale ed è al massimo della credibilità internazionale, diventa importante capire che cosa si nasconde dietro la “coerenza” di questi “dissenzienti”.
Non mi convincono i giudizi sommari rispetto alla persone. Penso piuttosto che la loro sincera “coerenza” sia il frutto di una duplice e gravissima confusione.
La prima consiste nel ritenere che il “loro” particolare pacifismo sia “il” pacifismo. Anziché un cammino, un percorso il “loro” pacifismo è una ideologia assoluta, un fondamentalismo. Tante anime belle e pure, come questi nostri amici, cadono in un’altra diffusa confusione tra politica e profezia. Si sa, la profezia apre orizzonti e spalanca il presente verso la perfezione. Così facendo ci addita la direzione, ci risveglia dal letargo, mette sotto giudizio compromessi e addita la meta. Ma la politica non può tradurre in opere le intuizioni della profezia. Essa è lo spazio del possibile.
Mentre si lascia interpellare dalla profezia, deve tenere conto di altre dinamiche derivanti in primo luogo della complessità delle situazioni. I politici, quando non hanno ben chiare le diversità esistenti tra profezia e azione politica, fanno le anime belle che seducono tante persone ingenue, ma compromettono il camino costruttivo verso la pace e la giustizia.
Il profeta, quando è davvero tale nella sua vita, non rinuncia al compito che gli è proprio, ma resta lucidamente consapevole che, chi esercita responsabilità politiche, deve compiere le mediazioni necessarie per rispettare le elementari regole della democrazia. In somma anche certo pacifismo ha il sapore di una idolatria. Gli basterebbe riconoscere la sua parzialità per ritornare ad essere fecondo nel contesto politico attuale che ha tanto bisogno di radicalità senza radicalismo.
Non abbiamo bisogno dei “santi” del pacifismo:abbiamo, invece, bisogno di uomini e donne che costruiscano concretamente percorsi verso la pace.
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Concilium 3/2006, Rivista internazionale di teologia, Queriniana, € 13,00.
Il titolo del fascicolo “Le voci delle donne nelle religioni mondiali” esprime bene il significato di questa raccolta di studi e di testimonianze.
Il fascicolo è prezioso soprattutto perché si tratta di protagoniste di culture, tradizioni e religioni diverse che tentano di vivere come credenti e femministe.
Molto apprezzabile, per quanto limitata, la bibliografia fondamentale su “Donne nelle religioni del mondo” che compare nelle ultime pagine.
Il quaderno di teologia, che purtroppo è difficilmente reperibile nelle librerie o nelle comunità cristiane, può essere richiesto alla Editrice Queriniana, via Ferri 75 - 25123 BRESCIA.
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