Mentre ormai viene alla luce come è stata fabbricata la sindone di Torino (documentatissimo è il volume di Carlo Papini edito dalla Editrice Claudiana, via Principe Tommaso 1 - 10125 TORINO), si sente la necessità di "lanciarne" una seconda, una terza...!
Quale sia quella "autentitica" è questione aperta e la visita del papa serve ad allargare la gara tra quella piemontese, quella abruzzese e la copia vaticana. Il papa "grande teologo" scivola sempre di più verso ambigue forme di devozione popolare.
Ci si agita, si assumono tante inziative, ma tutte nella direzione della banalizzazione della fede, della sua riduzione a santi, sindoni, madonne, santuari e pellegrinaggi.
Siamo in pieno settembre e nella mia diocesi non c'è una parocchia che in queste settimane faccia sistematicamente lettura biblica a gruppi. Siamo in presenza di un progressivo abbassamento della qualità delle proposte e delle esperienze ecclesiali.
Non serve appelarsi alla "religiosità popolare" come rispetto della sensibilità del popolo. Qui, in verità, è religiosità indotta, incoraggiata, appoggiata dalla gerarchia e, in questo caso, rilanciata alla grande con la visita del papa di venerdì 1° settembre.
Diciamo anche questo: non sono simili a fuochi d'artificio, tali momenti spettacolari e mediatici che servono alla fede. Siamo sempre più lontani da una fede che trova il suo fondamento nella parola di Dio.
Ma che il papa compia queste scelte non è poi così stupefacente. Stupisce molto di più il silenzio, o disattento o complice, di quei credenti ormai disposti a trangugiare tutto quello che viene dalla cupola gerarchica.
Un popolo di Dio che dorme sembra aver perse la propria dignità e la coscienza di essere liberi figli e figlie di Dio. Questo è il problema reale. Ricercare il "vero volto di Gesù" in qualche lenzuolo costituisce un diversivo rispetto al vangelo che ci chiama alla sequale di Gesù.
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