sabato 7 aprile 2007

SEDICENNE SI UCCIDE: SEI GAY

Succede a Torino in uno dei più prestigiosi licei della città. Potrebbe succedere a Bologna come a Palermo, purtroppo.

E' troppo facile far ricadere tutta la responsabilità sui coetanei di questo ragazzo. Certamente questo elemento esiste e non è proprio il caso di largheggiare in "assoluzioni generali".

Ma siamo in primo luogo noi adulti (educatori, insegnanti, sacerdoti, pastori, amministratori, politici...) che dobbiamo interrogarci sulla nostra "attenzione", sulla nostra capacità di accorgerci delle sottili trame del disprezzo, dell'emarginazione, dell'isolamento con cui i " soggetti minoritari", non conformi al modello vincente, vengono colpiti e offesi.

Chi ha avuto come interlocutore attento e competente questo giovane?

Come avrà vissuto, percepito e sofferto le parole dure e perfide delle gerarchie cattoliche in questi ultimi mesi?

Come può un ragazzo di sedici anni far fronte alla marea montante del pregiudizio omosessuale?

Lo dico prima di tutto a me stesso: non facciamo mai abbastanza per avanzare proposte "alternative" ai modelli di successo, per presentare e costruire percorsi culturali di reale accoglienza in cui ognuno/a possa essere se stesso/a.

Non facciamo mai abbastanza per dire che tutti siamo sotto il sorriso di Dio....

Caro amico mio, la tua morte ci chiama alla responsabilità.

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Dal blog di Aurelio Mancuso:

Messaggio N°247 -- 05-04-2007 - 10:18
UN'ALTRA VITA SPEZZATA DALL'ODIO OMOFOBICO

Marco si è suicidato. Succede raramente che il suicidio di un giovane gay sia reso pubblico.

Di solito i genitori cercano di nascondere una doppia vergogna: il suicidio del loro figlio e il fatto che si sia tolto la vita perché gay.

Ma questa madre, sola, con tre figli, di origine filippina, ha denunciato ciò che è accaduto, con coraggio e disperazione.

Scherzi e battute a scuola, sottovalutazione degli insegnanti, soliti luoghi comuni della serie "forse avremmo dovuto capire che dietro quella fragilità...".

Ma quale fragilità, quì si tratta della solita storia: violenze, insulti, derisioni, senza che alcuno faccia davvero qualcosa. Di chi è colpa?

Sicuramente della martellante campagna d'odio, che nel paese sta passando su tutti i media a cura dei cattolici integralisti, delle gerarchie cattoliche, dai politici irresponsabili del centro destra e molti del centro sinistra.

Prendere in giro i gay, affermare che sono malati, che sono deviati, è diventato l'orrendo sport nazionale di una classe dirigente spaventosa, che semina tutti i giorni i disvalori della discriminazione e dell'esclusione.

Ci sono responsabilità, è ora di dirlo forte e senza più giri di parole!

Quando verrà attuata una vera politica contro il bullismo?

Quando verranno formati gli insegnanti? Quando verrà approvato il pacchetto anti violenza e anti discriminatorio che giace in Parlamento!

Il silenzio è colpevole e l'inazione ancor di più!!!

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