sabato 19 maggio 2007

CHI TOCCA TOTEM MUORE ! - considerazioni su Di.Co. e dintorni

Ospito volentieri questa pagina dell'amico Carlo Vai (psicoterapeuta) autore de “Il Totem e il briccone”, ECIG, Genova


CHI TOCCA TOTEM MUORE !

considerazioni su Di.Co. e dintorni


Il crescendo rutilante degli interventi dei vescovi sui Di.Co. impressiona per lucidità e raffinatezza da manuale di psicologia e - per chi crede in satana - per diabolica perversione.

Mi spiego: se, chi vuole offendermi o castigarmi, mi si scaglia contro con una raffica di pugni, provocherà la mia reazione immediata.

Non così, se mi da' un buffetto che sembra una carezza, accompagnandolo caso mai da parole di dolce rimprovero; intanto, egli studia attentamente la mia reazione. Anch'io sorrido a quel colpetto da Topolino.

Qualche giorno più tardi il mio antagonista torna alla carica. Questa volta è uno schiaffo a colpirmi e le parole sono di disapprovazione nei miei confronti sono ben più pesanti; inoltre egli dice di avere dalla sua importanti personaggi.

Incomincio a capire che il mio nemico non molla, ma non reagisco per paura e spero che con il dialogo riuscirò ad ammansirlo. A questo punto chi mi è ostile capisce di avermi in mano e che può fare di me quello che vuole, e mi massacra di botte facendomi tacere per sempre. Indignazione universale. Ma, ormai, è troppo tardi.

E' quanto i vescovi hanno fatto a proposito dei Di.Co. : Sono contro la morale universale - hanno tuonato. Un coro pressoché unanime ha cantato il ritornello: Ci mancherebbe, anche i vescovi hanno diritto di parlare.

E' poi arrivata la minaccia di vincolare i politici cattolici (con la scomunica ? con il divieto di accedere ai sacramenti? con l'intimidazione di sciogliere i cittadini dall'ubbidienza all'autorità civile per umiliarli fino a una nuova Canossa ?).

Appena qualche timida voce di protesta si è levata dai soliti estremisti... A questo punto il mio nemico mi massacra di botte. Indignazione ma non poi così universale. Il peggio ha ancora da venire.

E il massacro è arrivato, quando il presidente dei vescovi italiani ha paragonato ( salvo poi a smentirlo, ma è una smentita che conferma la prima impressione) i patti di convivenza alla pedofilia e all'incesto. In passato un papa aveva equiparato l'aborto allo sterminio dei campi nazisti.

La precisazione era peggiore dell' iniziale dichiarazione: Il senso della frase del capo dei vescovi era che se la chiesa cedeva suo patti in nome dei diritti delle persone comviventi, poi avrebbe dovuto farlo anche per i pedofili e gli incestuosi...L'accostamento ha del mostruoso anche soltanto per il senso comune.

Mutatis mutandis, l'argomento può essere capovolto: prima si attacca la legge, ancora in fieri, sulle convivenze, poi si passa a muso duro contro istituzioni già approvate da due leggi e due referendum popolari, come divorzio e aborto, poi a deliberazioni ministeriali come l'uso del preservativo e della pillola del giorno dopo ( quanta fobia di sesso!).

Usando l'esempio di Bagnasco, chi impedirà in futuro alla chiesa di far vietare i balli campestri e la musica rock?

Tra i ricordi della mia infanzia vi è quello del parroco che lasciò fuori dalla chiesa una mia coetanea perché era scesa sul ballo a palchetto durante la festa del paese e ad un'altra bambina, che indossava una gonna appena sopra il ginocchio, negò la comunione.

Disgraziatamente, la repressione non è appannaggio della sola chiesa cattolica: Giovanni Calvino mandò sulla forca di Ginevra alcuni uomini che frequentavano troppo assiduamente l'osteria! Senza parlare del fanatismo islamico di cui tutti siamo spettatori.

Davvero, la nostra epoca sarà ricordata non per i suoi costumi da Gomorra ma per il dominio di Totem e dei suoi leccapiedi.

La caratteristica di ogni forma totemica è di non farsi riconoscere, perché essa vive dentro di noi. Quando ci inchiniamo al feticcio per il panico, per conformismo, per paura di cosa dirà la gente, quando ci affrettiamo a volere un santo subito, già allora noi abbiamo abdicato alla scintilla immessa in noi dal creatore, la coscienza.

Carlo Vai

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