Dì loro
ciò che il vento dice alle rocce,
ciò che il mare dice alle montagne.
Dì loro
che una bontà immensa
penetra l’universo.
Dì loro
che Dio non è quello che credono,
che è un vino di festa,
un banchetto di condivisione
in cui ciascuno dà e riceve.
Dì loro
che è colui che suona il flauto
nella luce piena del giorno:
si avvicina e scompare
chiamandoci alle sorgenti.
Dì loro
che soltanto la sua voce
poteva insegnarti il tuo nome.
Dì loro
l’innocenza del suo volto,
i suoi lineamenti e il suo sorriso.
Dì loro
che egli è il tuo spazio e la tua notte,
la tua ferita e la tua gioia.
Ma dì loro anche
che egli non è ciò che tu dici
e che tu non sai
nulla di lui.
(Commissione francofona cistercense)
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