La fecondità teologica del vecchissimo Antonio Thellung è inesauribile. Queste pagine, agili e pungenti, profumano di speranza e propongono una ripresa del cammino verso una chiesa plurale.
A pagina 155 si legge una osservazione molto seria rispetto al fatto che la gerarchia, quando vuole, cambia anche i dogmi:
“Si potrebbe considerare emblematico un pronunciamento particolare di papa Giovanni Paolo II, che in un discorso del 1982 riguardo a verginità e matrimonio ha tra l’altro detto: ‘Nelle parole di Cristo sulla continenza per il regno dei cieli non c’è alcun cenno circa l’inferiorità del matrimonio… Le parole di Cristo riportate in Matteo 19, 11-12 (come anche le parole di Paolo nella prima lettera ai corinzi, cap. 7) non forniscono alcun motivo per sostenere né l’inferiorità del matrimonio, né la superiorità della verginità o del celibato’.
Potrebbero sembrare affermazioni d’importanza relativa, se nella tradizione non ci fossero dei precedenti, come quello di Pio XII che sull’argomento aveva detto: ‘La dottrina che stabilisce l’eccellenza e la superiorità della verginità e del celibato sul matrimonio, annunciata dal Divin Redentore e dall’Apostolo delle genti, fu solennemente definita dogma di fede nel Concilio di Trento’.
Infatti il Concilio di Trento afferma: ‘Se qualcuno dicesse che non è cosa migliore e più beata rimanere nella verginità o bel celibato, sia scomunicato (Sessione XXIV, canone 10). Papa Woytila lo ha detto… Sono il Concilio di Trento e Pio XII a essersi sbagliati su un dogma di fede? Oppure dal 1982 papa Giovanni Paolo II era scomunicato?”.
Come si vede, i dogmi vanno e vengono. Li fabbricano e li impongono, come hanno fatto a Nicea, Costantinopoli e Calcedonia. La fede è altra cosa.
Però è prezioso segnalare questa costruzione dei dogmi quando poi ci sentiamo ripetere ogni giorno che i dogmi sono intoccabili.
A pagina 155 si legge una osservazione molto seria rispetto al fatto che la gerarchia, quando vuole, cambia anche i dogmi:
“Si potrebbe considerare emblematico un pronunciamento particolare di papa Giovanni Paolo II, che in un discorso del 1982 riguardo a verginità e matrimonio ha tra l’altro detto: ‘Nelle parole di Cristo sulla continenza per il regno dei cieli non c’è alcun cenno circa l’inferiorità del matrimonio… Le parole di Cristo riportate in Matteo 19, 11-12 (come anche le parole di Paolo nella prima lettera ai corinzi, cap. 7) non forniscono alcun motivo per sostenere né l’inferiorità del matrimonio, né la superiorità della verginità o del celibato’.
Potrebbero sembrare affermazioni d’importanza relativa, se nella tradizione non ci fossero dei precedenti, come quello di Pio XII che sull’argomento aveva detto: ‘La dottrina che stabilisce l’eccellenza e la superiorità della verginità e del celibato sul matrimonio, annunciata dal Divin Redentore e dall’Apostolo delle genti, fu solennemente definita dogma di fede nel Concilio di Trento’.
Infatti il Concilio di Trento afferma: ‘Se qualcuno dicesse che non è cosa migliore e più beata rimanere nella verginità o bel celibato, sia scomunicato (Sessione XXIV, canone 10). Papa Woytila lo ha detto… Sono il Concilio di Trento e Pio XII a essersi sbagliati su un dogma di fede? Oppure dal 1982 papa Giovanni Paolo II era scomunicato?”.
Come si vede, i dogmi vanno e vengono. Li fabbricano e li impongono, come hanno fatto a Nicea, Costantinopoli e Calcedonia. La fede è altra cosa.
Però è prezioso segnalare questa costruzione dei dogmi quando poi ci sentiamo ripetere ogni giorno che i dogmi sono intoccabili.
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