Sabato 13 e domenica 14 ottobre a Pinerolo si è svolto il XVI incontro nazionale dei gruppi donne delle comunità cristiane di base italiane.
Ricevo lunedì 15 un messaggio sul mio telefonino: “Qualche volta parliamo talmente di noi che eclissiamo Dio. Che ne pensi? Ho vissuto così il convegno”.
Io al convegno non c’ero ma il messaggio -inviatomi con precisa richiesta di restare anonimo- a mio avviso è molto stimolante, merita attenzione e denuncia una “tentazione” ricorrente.
Al riguardo la lettura biblica costituisce, secondo me, una straordinaria medicina: parla di Dio senza eclissare le creature e parla delle creature senza eclissare Dio.
Mercoledì mattino ricevo una lettera, anch’essa pungente e critica: “Non vorrei che nei nostri incontri Dio stesse diventando un binario morto o abbandonato oppure un’appendice da tagliare o da lasciar seccare…”.
In un incontro biblico e teologico spontaneo che alcune donne hanno voluto realizzare con me dopo la chiusura del convegno, avevo percepito alcune valutazioni diverse e positive.
Non posso parlare, ovviamente, di questo convegno al quale non ho partecipato. Ma trovo queste sollecitazioni critiche molto “interpellanti”.
Però perché, oltre a scrivere a me in modo riservato, non dialogate anche con le organizzatrici dell’incontro che certamente sono disponibili al confronto?
Comunque vi ringrazio di queste osservazioni che ritengo preziose e ne farò tesoro nei luoghi e nei convegni ai quali partecipo.
Per me la fede in Dio non è né un presupposto né un’esperienza scontata. E’ un dono da riconoscere e da “nominare” esplicitamente.
Grazie, care amiche.
Ricevo lunedì 15 un messaggio sul mio telefonino: “Qualche volta parliamo talmente di noi che eclissiamo Dio. Che ne pensi? Ho vissuto così il convegno”.
Io al convegno non c’ero ma il messaggio -inviatomi con precisa richiesta di restare anonimo- a mio avviso è molto stimolante, merita attenzione e denuncia una “tentazione” ricorrente.
Al riguardo la lettura biblica costituisce, secondo me, una straordinaria medicina: parla di Dio senza eclissare le creature e parla delle creature senza eclissare Dio.
Mercoledì mattino ricevo una lettera, anch’essa pungente e critica: “Non vorrei che nei nostri incontri Dio stesse diventando un binario morto o abbandonato oppure un’appendice da tagliare o da lasciar seccare…”.
In un incontro biblico e teologico spontaneo che alcune donne hanno voluto realizzare con me dopo la chiusura del convegno, avevo percepito alcune valutazioni diverse e positive.
Non posso parlare, ovviamente, di questo convegno al quale non ho partecipato. Ma trovo queste sollecitazioni critiche molto “interpellanti”.
Però perché, oltre a scrivere a me in modo riservato, non dialogate anche con le organizzatrici dell’incontro che certamente sono disponibili al confronto?
Comunque vi ringrazio di queste osservazioni che ritengo preziose e ne farò tesoro nei luoghi e nei convegni ai quali partecipo.
Per me la fede in Dio non è né un presupposto né un’esperienza scontata. E’ un dono da riconoscere e da “nominare” esplicitamente.
Grazie, care amiche.
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