Di: Paola Canarutto
Da: Riforma, 5 ottobre 2007
Israele/Palestina 60 anni dopo
Il Comitato Israeliano contro la Demolizione di Case (ICAHD) è nato nel '97, con lo stop al 'processo di pace' da parte del governo Netanyahu; lavora insieme a gruppi palestinesi.
Il direttore, Jeff Halper, ha tenuto una conferenza a Torino il 13 settembre 2007. "Israele presenta i suoi atti come derivanti dalla necessità di sicurezza”, ha detto, “come effettuati per difendersi dal terrorismo. È un messaggio forte, semplice, ma non vero.
Dal '67, ha distrutto 18.000 case palestinesi, il 95% delle quali non per “sicurezza”: non case di chi aveva compiuto attacchi armati. Nei Territori Occupati, ha costruito per soli ebrei 250 insediamenti e le autostrade di collegamento: intanto, ha abbattuto un milione di ulivi, posto 750 ostacoli al traffico palestinese, espropriato il 72% della Cisgiordania. Questo, per controllare il territorio.
Demolisce anche le case dei palestinesi cittadini israeliani, se vivono in villaggi non riconosciuti (privi, pertanto, di ogni infrastruttura): solo negli ultimi 3 mesi, ha distrutto 5 villaggi beduini. (Distrugge le case illegali di ebrei molto di rado: nei Territori Occupati, assicura anzi, in breve, i collegamenti alle reti idrica, fognaria, elettrica, e la protezione militare).
Ai palestinesi, Israele prospetta o l'espulsione, o la chiusura in territori isolati. Con le colonie, controlla le falde idriche sotterranee e il fiume Giordano, e chiude i palestinesi in quattro cantoni - tre in Cisgiordania, uno a Gaza. Annettendo Gerusalemme Est, li priva della principale risorsa economica: il turismo.
Vi sono due popolazioni, ed una domina sull'altra. Questo è apartheid. Il Muro, per la maggior parte in territorio palestinese, ha lo scopo di separarle: apartheid significa per l'appunto 'separazione'.
Oltre ad opporci alla distruzione di case, le ricostruiamo. Un ebreo statunitense scampato allo sterminio nazista ci ha lasciato un'eredità, onde ricostruire le case palestinesi demolite da Israele”.
Da: Riforma, 5 ottobre 2007
Israele/Palestina 60 anni dopo
Il Comitato Israeliano contro la Demolizione di Case (ICAHD) è nato nel '97, con lo stop al 'processo di pace' da parte del governo Netanyahu; lavora insieme a gruppi palestinesi.
Il direttore, Jeff Halper, ha tenuto una conferenza a Torino il 13 settembre 2007. "Israele presenta i suoi atti come derivanti dalla necessità di sicurezza”, ha detto, “come effettuati per difendersi dal terrorismo. È un messaggio forte, semplice, ma non vero.
Dal '67, ha distrutto 18.000 case palestinesi, il 95% delle quali non per “sicurezza”: non case di chi aveva compiuto attacchi armati. Nei Territori Occupati, ha costruito per soli ebrei 250 insediamenti e le autostrade di collegamento: intanto, ha abbattuto un milione di ulivi, posto 750 ostacoli al traffico palestinese, espropriato il 72% della Cisgiordania. Questo, per controllare il territorio.
Demolisce anche le case dei palestinesi cittadini israeliani, se vivono in villaggi non riconosciuti (privi, pertanto, di ogni infrastruttura): solo negli ultimi 3 mesi, ha distrutto 5 villaggi beduini. (Distrugge le case illegali di ebrei molto di rado: nei Territori Occupati, assicura anzi, in breve, i collegamenti alle reti idrica, fognaria, elettrica, e la protezione militare).
Ai palestinesi, Israele prospetta o l'espulsione, o la chiusura in territori isolati. Con le colonie, controlla le falde idriche sotterranee e il fiume Giordano, e chiude i palestinesi in quattro cantoni - tre in Cisgiordania, uno a Gaza. Annettendo Gerusalemme Est, li priva della principale risorsa economica: il turismo.
Vi sono due popolazioni, ed una domina sull'altra. Questo è apartheid. Il Muro, per la maggior parte in territorio palestinese, ha lo scopo di separarle: apartheid significa per l'appunto 'separazione'.
Oltre ad opporci alla distruzione di case, le ricostruiamo. Un ebreo statunitense scampato allo sterminio nazista ci ha lasciato un'eredità, onde ricostruire le case palestinesi demolite da Israele”.
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