domenica 9 dicembre 2007

FUNZIONARI DI DIO

EUGEN DREWERMANN, Funzionari di Dio. Psicodramma di un ideale, Edizioni Raetia 1995, pagg. 664, € 43.90.

Per secoli si è pensato che la stabilità della Chiesa cattolica dipendesse dalla sua struttura monolitica e da una gerarchia inattaccabile. Oggi la sua debolezza nasce proprio da questa struttura e da questa gerarchia. Chi vuole cambiare lo stato attuale della Chiesa, deve quindi cominciare esaminando la situazione dei chierici.

Per questo motivo Eugen Drewermann ha scritto il presente saggio teologico-psicoanalitico sul chierico "ideale": nella speranza che l'analisi qui proposta possa aiutare a comprendere dei problemi molto complessi e le loro dinamiche interne. Finché questi problemi non verranno risolti, le sofferenze dei chierici continueranno, secondo l'autore, a riversarsi sulle persone loro affidate e anche su chi vive al loro fianco.

Drewermann mira a recuperare la dimensione terapeutica e redentrice della fede ed è convinto che ciò non sia possibile senza affiancare alla teologia la filosofia esistenziale e la psicologia del profondo.

I modi di vita dei chierici andrebbero reinterpretati per lasciar affiorare, anche a livello psicoanalitico, i tanti elementi terapeutici ivi nascosti. Sarebbe allora evidente che la psicologia del profondo è in grado di arricchire la teologia e di farle riesplorare i propri dogmi; la cura delle anime, frutto di un simile approccio, sarebbe più utile all' uomo. Un libro che conosco molto bene e che lessi con estremo interesse.

Un amico teologo, riprendendo con spirito solidale una pagina che qui ho pubblicato, “Patologie dell’obbedienza”, mi invia questa sua riflessione che pubblico volentieri omettendo la firma su sua comprensibile richiesta. Ecco il suo testo:

Caro Don Franco,
riflettevo sul tuo ultimo intervento sulle "PATOLOGIE DELL'OBBEDIENZA".

L'infantilizzazione dei chierici, anche donne, suore, di fronte a un'istituzione che s'è fabbricata nei millenni l'immagine/ario della "mamma", mammona, matrigna e sanguinaria, tale e quale alla pagana dea Kalì, immagine che soggiace a tante madonne, sempre associate a mammismo con retroscena di sangue e minacce.

Eppure credo che basterebbe che fosse data grande pubblicità e diffusione tra i "Funzonari/e di Dio" al sottostante testo, che smaschera minuziosamente tutti questi giochetti. Farlo conoscere, diffonderlo, parlarne spesso, fare gruppi di studio, presentazioni, nelle comunità, gruppi, feste, ecc...

Quando Drewermann venne a Milano a presentarlo, anche alla Festa de l'Unità, mi pare, se non erro, certamente alla Sala Valdese, Vittorio Bellavite fu tra gli organizzatori, c'erano centinaia di persone! Forse 2.000.

Basta leggere solo le prime pagine dell'introduzione per capir tantissime cose, dove Drewermann minuziosamente spiega d'aver scritto questo libro proprio per aiutare le persone caduteci a liberarsi da questa trappola mortale, a riprendere la propria vita nelle proprie mani, comprendendo la trappola che ne ha fatto degli eterni bambini, paurosi, insicuri, colpevolizzati, con un senso di fallimento... Scusa, ma non me la sento di riassumerle, vanno lette!!!

Spiega, minuziosamente, come solo un intellettuale germanico sa fare, come tutto l'apparato dell'istituzione clericale sia volto a bloccare lo sviluppo psichico delle persone, facendole bisognose della "mamma" a vita.

Seppi allora, un decennio fa, o più, da sicure informazioni personali che Mondadori acquistò i diritti e il Vaticano riuscì a impedirne la pubblicazione, per 7 anni, ricattando la famiglia su un annullamento di nozze. Fu pubblicato da una microscopica casa editrice altoatesina, mezzo tedesca e forse mezzo protestante.

Ancora oggi, dopo ormai credo un ventennio, questo testo è nascosto, occultato, innominato, semiclandestino in Italia, sconosciuto dai chierici. Sugli altri libri di Drewermann brontolarono, ma chiusero un occhio, dopo questo lo stritolarono senza pietà.

Mi spiace, ma come sai meglio di me, se usassi il mio testo, ti prego di non usare la mia firma. Siamo come nella vecchia URSS.
Un abbraccio

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