lunedì 3 dicembre 2007

IL DIFETTO STA NEL MANICO

Ritornerò più dettagliattamente sull'enciclica del papa. Non oso, quasi, nemmeno rimandare i lettori a questo lungo scritto del papa.

Si tratta di 77 pagine in cui si vola da un capo all'altro del mondo culturale, sempre dentro l'orizzonte europeo.

Si tratta in sostanza di una lunga lezione spirituale, dove prevalgono i consueti accenti di allarme e di messa in guardia contro gli ipotetici nemici della fede.

Va da sè che anche la società moderna costruisce i suoi idoli e la fede ebraico-cristiana alimenta un sano istinto antidolatrico.

Mi sembra utile ricordare che nè la scienza nè il progresso, nè le ideologie salvano l'uomo e la donna, ma mettere costantemente in opposizione l'apporto delle scienze umane e la salvezza, non fa che erigere muri di estraneità e di avversione.

Il difetto "sta proprio nel manico": solo la fede cristiana, quella guidata dal magistero romano, ha il monopolio di condurre l'umanità sulle vie del bene storico e della salvezza eterna.

Questa presunzione di esclusività diventa sempre più affermata dall'attuale pontefice, sempre più arrogante e sempre più insopportabile

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