Siglata a Bruxelles giovedì 10 gennaio rappresenta un passo decisivo verso la costituzione di “ponti di dialogo” nella direzione del rispetto della democrazia e nella riaffermazione di una identità musulmana sempre più componibile con la cultura europea.
Cito da Repubblica del 10 gennaio:
Si tratta di sei pagine in cui si parla alle persone di fede islamica e al mondo esterno con l’obiettivo di rimuovere “i pregiudizi e l’immagine negativa che si frappongono tra Islam e occidente”.
Ecco perché la prima parte del decalogo fornisce una rappresentazione dell’Islam ad uso e consumo dei suoi credenti e degli altri cittadini europei ben lontana dalle derive estremistiche: no al terrorismo, all’interpretazione violenta della Jihad e parità tra uomo e donna.
Con queste premesse la Carta chiede “il riconoscimento dei musulmani come comunità religiosa europea”, ricordando che una mutua accettazione fondata sul dialogo e la conoscenza reciproca giova alla pace, al benessere delle nostre società e aiuta a rimuovere “estremismo ed esclusione”.
Due concetti accostati volontariamente, visto che proprio la ghettizzazione (imposta o voluta) delle comunità islamiche porta alla violenza.
Un male da sconfiggere, così come la spaccatura tra diverse etnie musulmane e le varie scuole islamiche presenti nel Vecchio Continente che, è uno dei messaggi chiave, devono “unirsi” per il bene proprio e degli altri.
Questi messaggi concreti, che ora richiedono le esplicite adesioni di centinaia di Associazioni musulmane con relativi impegni, davvero servono.
Mentre le declamazioni retoriche del Vaticano sono pure “gorgheggi” per pulirsi la bocca perché in realtà si continua a dichiarare la superiorità cattolica.
Cito da Repubblica del 10 gennaio:
Si tratta di sei pagine in cui si parla alle persone di fede islamica e al mondo esterno con l’obiettivo di rimuovere “i pregiudizi e l’immagine negativa che si frappongono tra Islam e occidente”.
Ecco perché la prima parte del decalogo fornisce una rappresentazione dell’Islam ad uso e consumo dei suoi credenti e degli altri cittadini europei ben lontana dalle derive estremistiche: no al terrorismo, all’interpretazione violenta della Jihad e parità tra uomo e donna.
Con queste premesse la Carta chiede “il riconoscimento dei musulmani come comunità religiosa europea”, ricordando che una mutua accettazione fondata sul dialogo e la conoscenza reciproca giova alla pace, al benessere delle nostre società e aiuta a rimuovere “estremismo ed esclusione”.
Due concetti accostati volontariamente, visto che proprio la ghettizzazione (imposta o voluta) delle comunità islamiche porta alla violenza.
Un male da sconfiggere, così come la spaccatura tra diverse etnie musulmane e le varie scuole islamiche presenti nel Vecchio Continente che, è uno dei messaggi chiave, devono “unirsi” per il bene proprio e degli altri.
Questi messaggi concreti, che ora richiedono le esplicite adesioni di centinaia di Associazioni musulmane con relativi impegni, davvero servono.
Mentre le declamazioni retoriche del Vaticano sono pure “gorgheggi” per pulirsi la bocca perché in realtà si continua a dichiarare la superiorità cattolica.
Nessun commento:
Posta un commento