mercoledì 21 maggio 2008

BRAVISSIMA MARTA

Marta Vincenzi, sindaco di Genova, ha dato una bella lezioncina di civiltà al papa nel suo saluto, garbato ed intelligente, a Ratzinger in visita alla città.

Questa è coerenza e laicità. Sabato ha partecipato a Sestri Ponente a un presidio di donne in difesa della legge 194 e domenica 18 maggio ha accolto Benedetto XVI con un saluto per nulla rituale.

Che dignità, che rispetto delle istituzioni, che senso alto della politica, che bella lezione di teologia impartita al papa nelle parole di questa donna del Partito Democratico. Merita una citazione il suo discorso quando parla della ricerca del bene comune:


"Non è nostro obiettivo individuare quale sia il bene assoluto". "Operiamo per il bene comune - ha scandito - affinchè i cittadini possano orientare le loro condotte di vita senza imposizioni o limitazioni improprie". Con l'obiettivo di favorire nuovi spazi di autonomia, libertà e responsabilità personali.

Questo per la sindaco "è il miglior modo di aiutare la stabilità sociale, condizione quanto mai necessaria allo sviluppo dell'individuo e della collettività". E' un potere pubblico che non abdica alle proprie responsabilità, ma che è ben attento a non "trasformare l'etica in un campo di lotta politica".


La Vincenzi va oltre. Cita il teologo evangelico tedesco, vittima del nazismo, Dietrich Bonhoeffer.

"Il comportamento etico non è stabilito in partenza e una volta per tutte, quindi in linea di principio ma nasce con la situazione data". E aggiunge: "Missione dei fedeli laici è configurare rettamente la vita sociale, rispettandone la legittima autonomia e cooperando con gli altri cittadini secondo le rispettive competenze e sotto la propria responsabilità".

Meglio non poteva affermare l'autonomia del laicato.


Imparino da questa donna tutti i politici e gli amministratori "lecca - lecca", che hanno perso per strada la dignità e l'autonomia della loro funzione pubblica. Si può accogliere con rispetto senza piegarsi al bacio dell'anello.

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