giovedì 18 dicembre 2008

UNA PROPOSTA DI RIFLESSIONE

Commento alla lettura biblica - domenica 21 dicembre 2008
Ritorna oggi nella liturgia il brano che fu già proposto il giorno 8 dicembre. Offro, invece, a chi legge una pagina che scrissi circa 30 anni fa e che ritengo ancora oggi utile per restituire Maria a se stessa, andando oltre la statuina di gesso con il manto azzurro che il catechismo e la predicazione continuamente ci ripropongono.
Maria, donna di fede

Donna di Nazareth

Era cresciuta come tante ragazze del villaggio. Proprio a Nazareth aveva imparato a conoscere, in casa  e in sinagoga, la storia del suo popolo, la storia dei profeti. Ma la sua vita di donna era segnata soprattutto dai lavori di casa.
Le donne, specialmente in quel tempo, in Israele e un po' dovunque, erano di fatto considerate inferiori agli  uomini. Le donne non erano stimate capaci di fare certi mestieri, non potevano fare né il maestro, né il sacerdote e non potevano svolgere uffici e mansioni pubbliche. Sulle donne pesavano molte fatiche e tutti i lavori domestici, gran parte delle preoccupazioni della casa.
Verso i quindici anni Maria, come tante sue coetanee, sposò un giovane del paese, quel Giuseppe di cui parla il Vangelo. Nella loro casa nacque Gesù e poi alcuni fratelli e sorelle.
Era una famiglia in cui la fede era vissuta dai genitori e proposta ai figli. Per questo Giuseppe e Maria portavano i loro figli al tempio e più spesso, ogni festa, alla sinagoga del paese. E' proprio lì che Gesù imparò a conoscere le antiche vicende del popolo, di Mosè, di Amos, Isaia, Ezechiele e di tutti i credenti che venivano ricordati per la loro fede in Dio.
Gesù si faceva delle idee e cresceva con la voglia di capire. Qualcuno pensa che Giuseppe sia morto molto presto. Non sappiamo con precisione. Certo è che Maria, questa donna del popolo, ebbe ben presto delle preoccupazioni da parte di Gesù.

Un figlio singolare

Vedeva che questo figlio era attento, laborioso, ma... quanto più passavano gli anni e si faceva grandicello, manifestava idee che a lei, donna profondamente credente, sembravano piuttosto strane. Gesù a volte le manifestava i suoi pensieri, a volte taceva, come se portasse in cuore una pena profondissima che non riusciva a comunicare agli altri. "Vedi, mamma, - le disse un giorno Gesù – tu mi hai educato alla fede nel nostro Dio, ma non mi hai detto che i sacerdoti e un po' tutti noi abbiamo rovinato questa fede. A che cosa l'abbiamo ridotta? A poco altro che un mucchio di riti, di usanze. Dio vuole il nostro cuore e il nostro amore.
Maria sentiva con piacere questo figlio che ragionava di cose importanti, serie, vere. Spesso Gesù ritornava in casa su questi argomenti, ma a volte aggiungeva delle osservazioni che ferivano il cuore di Maria e degli altri.
Gesù non sopportava più tutte quelle pratiche esterne che i sacerdoti imponevano al popolo: riti di abluzione, riti di astinenza, divieto di toccare un ammalato, di avvicinarsi a certi stranieri, di trattare con amicizia con le donne e con pubblicani. Gesù, che aveva tanta familiarità con il pensiero dei profeti antichi, sapeva (anche perché Giovanni il Battista glielo ripeteva) che Dio guarda il cuore e non le nostre osservanze, i nostri mille riti.

"Vado per le strade…"

Successe poi un fatto che fece piangere Maria: quando uccisero il Battista, il vero maestro della sua giovinezza di , Gesù decise di lasciare definitivamente la casa e la famiglia e di andare per le contrade e i villaggi a predicare questa fede nel Dio che guarda il cuore e ci chiede di fare tutto il possibile per chi è più povero e sofferente.
Molti venivano da Maria e le dicevano: "Ma ti sei accorta che questo tuo figlio è diventato matto! Non sai che cosa va dicendo in giro? Se la prende con i farisei, con i maestri della Legge, con i sacerdoti, con le autorità. Dice cose incredibili: accusa tutti costoro di voler fare i loro interessi e di essere dei falsi maestri".
Maria era disperata. Conosceva la sincerità di Gesù, ma non riusciva a capire tutti questi suoi discorsi. Eppure non era ancora tutto. Altri venivano a riferire a Maria, ai fratelli e alle sorelle di Gesù particolari e fatti ancora più allarmanti: "Sapete che cosa fa adesso Gesù? Egli parla con le prostitute, con la gente che non crede, con gli esattori delle imposte e mangia con loro, si fa vedere in loro compagnia. Anzi, dice apertamente che Dio vuole bene a questa gente più che a un fariseo o ad un sacerdote".
Maria non sapeva che fare. Le sorelle e i fratelli di Gesù erano indignati per il fatto che adesso tutti se la prendevano con loro e li additavano in pubblico come i familiari del pazzo "rabbi" di Nazareth. Un giorno presero la decisione di andarlo a fermare per persuaderlo a ritornare a casa, affinchè cessasse di dare loro dei guai. Ma non ci fu verso, non riuscirono a convincerlo!

Pazzo o profeta…?

Maria aveva nel cuore una grande sofferenza. Da una parte non riusciva a capire fino in fondo ciò che Gesù  andava insegnando, ma… era poi così sbagliato tutto quello che faceva e predicava? Maria in qualche modo avvertiva che Gesù era, sì, un figlio come gli altri, ma era anche diverso dagli altri suoi figli. Ma non erano anche "diversi" i profeti che, fin dai tempi più antichi, i potenti e i sacerdoti avevano maltrattato e fatto passare per matti? Tante cose passavano per la testa e nel cuore di Maria. Era perplessa, pensierosa, voleva capire di più, non se la sentiva di condannare e continuava a pregare quel Dio in cui credeva perchè la aiutasse a comprendere.

"Tu che sei una donna…"

No, non era possibile che Gesù fosse solo un pazzo! C'era un argomento che la faceva pensare molto. Con molta chiarezza Gesù le aveva detto: "Non è vero che le donne sono meno amate da Dio, che esse non hanno nulla da insegnare agli altri, che debbono sempre stare in silenzio e venir considerate inferiori agli uomini. Essere donna vale tanto quanto essere uomo.
E' un dono di Dio l'esser uomo e così lo è altrettanto l'essere donna.  Sono gli uomini, specialmente quelli che hanno potere, che inculcano questa inferiorità. Essi bestemmiano perché fanno passare questa loro idea e questo loro interesse ingiusto come se tutto ciò fosse volontà di Dio. I sacerdoti e i maestri della legge, che diffondono queste "tradizioni" umane o questi privilegi, sono dei bestemmiatori perché fanno credere al popolo che queste consuetudini non vanno cambiate perché sono la volontà di Dio.
Maria, questo non è ciò che vuole il nostro Dio; è ciò che ci fanno credere i nostri padroni! Dio ci vuole figli e figlie, non uno sopra e una sotto come ora. Ecco perché vogliono farmi tacere e dicono che sono matto: perché insegno al popolo a distinguere tra la parola degli uomini e il volere di Dio".
Maria, educata alla sottomissione, ascoltava sbigottita, ma come poteva nel suo cuore di donna dare torto a Gesù? Lei che spesso aveva esperimentato la sofferenza di essere trattata male o esclusa solo perché era una donna…comprendeva che ci doveva pure essere qualcosa di vero e giusto nelle parole di Gesù… Ma, come sarebbe finita per lui se continuava a comportarsi in quel modo e a dire quelle cose che non piacevano ai capi dei sacerdoti e ai capi politici? Maria temeva per la vita di Gesù. Sapeva bene che i potenti non scherzano e non tollerano chi si ribella, chi parla chiaro.

"Chi è mai questo Gesù?"

Pregava, cercava di sforzarsi di capire, aveva dubbi ed incertezze. Era così difficile avere un figlio come Gesù che si era impegnato a fondo a difendere i più poveri e deboli. Eppure Maria era anche felice perché sentiva che Gesù aveva tanta fede, era sincero e deciso a rischiare, a pagare di persona. Un figlio che ama a questo modo i poveri e gli emarginati non era forse un grande regalo di Dio? Non insegnavano così i profeti e tutta la Scrittura di Israele?
Possiamo anche pensare che qualche volta Maria e i suoi familiari abbiano raccomandato a Gesù un po' di "prudenza" perché non volevano che si mettesse nei guai. E i guai davvero giunsero presto per Gesù: lo sappiamo bene. A tal punto che Gesù fu processato e fu condannato a morte sulla croce.
Non sappiamo se Maria e i fratelli di Gesù presero parte alle ultime vicende della sua vita. Saranno stati presenti alla sua morte sul Calvario? E' sicuro che Maria, nonostante il suo enorme dolore, sempre più si interrogava, pensosa, su questo suo figlio. Nel cuore spuntava spesso questo interrogativo: "Chi è mai questo Gesù che vive così e insegna quello che mai nessun maestro ha insegnato? Chi se non Dio può averlo guidato e sostenuto? Chi se non Dio può avergli dato la forza per una vita così semplice, coerente, vicina ai più deboli?".

Da madre a discepola

Per questo Maria, anche dopo la morte di Gesù, si mantenne in contatto e in amicizia con i discepoli. Proprio lei con i discepoli sentì rifiorire nel cuore una grande speranza, lentamente ma profondamente: "Sì, lo hanno ucciso questo Gesù, mio figlio, ma ora egli è vivo perché Dio non lo ha abbandonato. Egli è il vivente. Il risuscitato dai morti. Egli ha trovato l'opposizione dei sacerdoti e dei potenti, ma ci ha insegnato la via di Dio. Io che sono stata la sua mamma, ora diventerò una sua discepola".
E Maria fece parte della comunità dei discepoli ed essi le vollero un grande bene perché era la mamma di Gesù, ma soprattutto perché la sua fede era forte e fiduciosa.