venerdì 16 aprile 2010

PIETRO, MI AMI TU?

Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un pò del pesce che avete preso or ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti. Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi». (Giovanni 21, 1 –19)

A chi legga attentamente, queste righe appaiono piene di particolari inverosimili e la scena è costruita ad arte per trasmetterci un messaggio. Anzi il brano sembra composto sulla falsariga di Luca 5, 1-11, quasi una fotocopia.
Probabilmente tutto il capitolo 21 del Vangelo di Giovanni venne aggiunto come una appendice. Infatti il capitolo 20 nei versetti 30 e 31 conclude il Vangelo. Forse il redattore progettò e scrisse questa seconda conclusione per rispondere a due problemi reali e vitali della sua della sua comunità.
Da una parte si trattava di assicurare ai fratelli e alle sorelle che Gesù, dopo la sua risurrezione, non avrebbe abbandonato il gruppo dei suoi discepoli e delle sue discepole e, in qualche modo, avrebbe accompagnato il loro cammino rendendolo fecondo. Dall'altra, con i versetti dall'uno al ventitrè, il redattore voleva tracciare alcune linee maestre per coloro che dovevano animare la vita del gruppo.

Festa di vicinanza di Gesù

Gesù che sta sulla riva, che li interpella affettuosamente mentre i discepoli pescano, li rincuora e divide con loro pane e pesce: ecco le immagini con cui l'evangelista redattore esprime visivamente ciò che era successo o stava succedendo nel cuore dei discepoli.
Dunque, potevano sperare nel futuro, continuare nel cammino iniziato là in Galilea con Gesù. Il quadro della pesca straordinariamente abbondante significa che l'annuncio del Vangelo incontrerà certamente molte notti di fatica senza alcun risultato, ma ci sarà sempre qualche "pesca" straordinaria.
La strada di Gesù non si interrompe con la sua morte. Egli, vivo presso il Padre, garantisce ai discepoli che Dio renderà feconda la loro opera. Si tratta di un messaggio che per i discepoli, cresciuti con la presenza fisica di Gesù nel loro gruppo ed ora privati di tale vicinanza, era determinante, decisivo per riprendere la fiducia e il cammino.
Tutto questo è espresso con un linguaggio e un quadro di familiarità e di convivialità. Ma questo messaggio resta di piena attualità per ciascuno/a di noi oggi. È difficile cogliere la presenza viva di Gesù e la fecondità del suo messaggio nel nostro oggi. E allora, siccome ci sembra troppo rischioso, troppo fragile, troppo inconsistente fidarci del solo Vangelo, cerchiamo di "rafforzare" la nostra testimonianza e la nostra "predicazione" appoggiandoci a mezzi potenti, mondani.
Questa è la triste storia della nostra chiesa: non credendo nella pura e nuda forza del vangelo di Gesù, ha cercato e cerca mezzi potenti, alleanze, concordati, privilegi…
E così si pone molta più attenzione ai "mezzi" umani e si trascurano la predicazione e la testimonianza del Vangelo.
L'istituzione ecclesiastica propaganda se stessa, i suoi riti e le sue reliquie, le sue idee e i suoi progetti, anziché mettere al centro il Vangelo dell'amore di Dio.
Sovente con tutta una serie di attività devozionalistiche si oscura il centro della fede cristiana e si tenta di nascondere qualche problema o qualche deviazione.

"Mi ami tu?" Seguimi

La domanda che Gesù pone a Pietro è radicale, diretta, va al centro. Per noi cristiani il cuore della vita e della fede sta in questo: amare Dio e amare il prossimo senza esclusione.
Per i discepoli della fine del primo secolo, a sessanta o settanta anni dalla morte di Gesù, tutto era riassumibile nell'amare la strada di Dio che Gesù aveva testimoniato. Il pericolo era costituito dalla possibilità di dividersi e contendere tra Pietro e Giovanni (che qui esprimono simbolicamente due diverse modalità di vivere la fede) e di lasciarsi depistare, sviare dal centro comune che è l'amore concreto, cioè una vita vissuta nella solidarietà, nell'appassionato desiderio di vivere la sequela di Gesù.
Finché il nostro vivere quotidiano è tutto centrato e concentrato sul sentiero indicato da Gesù, essere cattolici o protestanti o ortodossi o unitariani o altro non ci divide, anzi ci colloca nella possibilità di un arricchimento reciproco.
L'incalzante e ripetuta domanda di Gesù a Pietro (per ben tre volte!) sulla verità del suo amore, ci invita ad interrogarci a fondo, seriamente.
In realtà nelle chiese, nelle religioni e anche nel mondo politico si parla di amore con una frequenza che denota leggerezza e superficialità.
Qualcuno, per coprire i suoi sporchi interessi, ha addirittura fondato il partito dell'amore.
Questi versetti, se li ascoltiamo più con il cuore che con le orecchie, ci indicano una possibile "beatitudine". Quella che la tenera e candida voce di Pietro esprime: "Tu sai che ti voglio bene". Non abbiamo da scalare montagne di eroismo, vette di virtù e picchi di santità. Nulla di tutto questo.
Ci è chiesto di camminare ogni giorno a piccoli passi per diventare più attenti alle persone di casa nostra, nel nostro ambiente di lavoro, nelle varie relazioni. Ci è chiesto di stare e agire dalla parte dello straniero, di chi è più debole o di chi è emarginato/a.
Ci è chiesto di ribellarci nel mondo e nella chiesa quando si usa la propria "alta collocazione", come ha fatto il cardinale Bertone, per diffondere confusione e disprezzo verso gli omosessuali, le lesbiche e i transessuali.
Sulla risposta a questa domanda: "Mi ami tu?" si gioca tutta la nostra vita. Il resto, tutto il resto, è davvero secondario. A ben pensarci queste poche parole, in una società del denaro-carriera-immagine, enunciano un programma sovversivo, una scala di valori capovolta.
Questo propose Gesù a Pietro (che qui rappresenta tutti noi) con la semplice parola: "Seguimi!. E Pietro, pur con le sue fragilità, davvero buttò tutto il suo cuore nella strada di Gesù.

Oggi

Oggi, tornando a casa, leggete in famiglia la lettera di un cittadino di Adro "Io non ci sto".
Dite al parroco che la legga in chiesa domenica prossima.