Il grido di dolore che i sindaci hanno lanciato contro i tagli ai comuni va raccolto e compreso nel suo significato più profondo.
Essi si traducono in tagli ai servizi sociali fondamentali e dunque ai diritti dei cittadini.
E' bene che ci intendiamo di cosa stiamo parlando.
Non dare un aiuto economico a chi è in condizione di povertà significa ulteriormente degradarlo e spingrlo nella marginalità.
Tagliare i centri diurni per le persone con disabilità intellettiva grave significa tenerle chiuse in casa e non consentire loro di imparare a fare qualche lavoro attivando così le loro abiliotà e costringere le loro famiglie ad una umiliante fatica.
Tanto più grave se si considera la riduzione in atto degli insegnanti di sostegno e dell'inserimento lavorativo.
Ridurre l'assistenza domiciliare ai malati non autosufficienti significa far impazzire le famiglie e non dare il giusto sollievo alle persone.Abbandonare i servizio psichiatrici come sta avvenendo significa abbandonare progetti di recupero che hanno ottenuto nel corso degli anni risultati straordinari come ci ricorda il bel film "Si può fare".
Chiudere i già pochi asili nido significa privare i nostri bambini della possibilità di socializzare e di attivare le loro capacità cognitive, che si sviluppano nei primi anni di vita e sono tanto più importanti per i bambini di famiglie povere. Infatti, sviluppare le attività cognitive in modo adeguato significa non ereditare lo svantaggio sociale.
Come si vede da questi esempi i servizi sociali sono un investimento altamente redditizio, sono un moltiplicatore di opportunità. Perchè prevengono il disagio, aiutano chi è in difficoltà, promuovono talenti e capacità delle persone, combattono l'assistenzialismo.
Il modo di vivere che ora predomina nel mondo ha reso molto malata nostra Madre Terra. La malattia è un conflitto, una disarmonia nel canto della creazione. La crisi verrà, inevitabilmente.
Saupaquant, nativo americano