venerdì 26 agosto 2011

CRESCONO LE DISUGUAGLIANZE

Tony Travers, economista ed esperto di governante locale ha rilasciato una intervista a L’Unità del 12 agosto. Ne riporto alcuni passaggi nei quali l’Autore da una valutazione pesante dell’attuale situazione.

 

Quanto i tagli alla spesa pubblica possono aver scatenato la rabbia?

Il governo ha mostrato grande determinazione nei tagli alla spesa pubblica e questo ovviamente comporterà un aumento della pressione fiscale con effetti più rapidi di quanto si creda. Oggi il ministro Osborne si è detto determinato ad evitare che la Gran Bretagna perda il suo rating di tripla “A” sul debito sovrano. Ma questo vuol dire dare un taglio netto alla spesa pubblica anche in termini di programmi sociali per bambini e giovanissimi, un elemento strettamente legato alla questione dei disordini. È prematuro dare un giudizio complessivo, ma certamente la questione deve essere esaminata a fondo.

L’istruzione che posto ha nella questione sociale in Gran Bretagna?

L’istruzione è da sempre al centro del dibattito. Prima si pensava fosse troppo progressista e non abbastanza rigorosa. Per chi si trova in cima alla scala sociale è chiaro che il sistema funziona, ma per gli studenti meno abbienti funziona meno perché le scuole cui hanno accesso sono molto al di sotto della media in termini di performance. La questione non va staccata dal fatto che il divario tra i molto poveri e i molto ricchi in Gran Bretagna è cresciuto, secondo le ultime stime Onu, in modo piuttosto ampio, anche se meno rispetto agli Stati Uniti. Ci sono scuole che falliscono il loro compito educativo anche se nell’insieme il Paese si sente piuttosto a suo agio in questa situazione. I tentativi passati di rimuovere le sacche di povertà infantile e giovanile non hanno fino ad oggi dato i risultati sperati.

Dunque è vero che gli studenti meno abbienti sono abbandonati a loro stessi?

Il sistema educativo britannico è fatto di scuole pubbliche e private, queste ultime rappresentano circa il 10% del totale. Nel complesso va sottolineato che i tentativi di impedire la separazione e l’isolamento degli alunni in ragione del reddito non ha dato risultati effettivi. In molte scuole, soprattutto nelle grandi città, studiano ragazzi poveri o molto poveri, spesso originari di altri Paesi. Ciò conferma la difficoltà per molte scuole di provvedere ad un livello di educazione standard visti i differenti background.

La Big Society di Cameron può rappresentare una soluzione?

La Big Society di David Cameron è una sorta di tentativo largo da parte del governo di fare di meno, spingendo i privati ad incentivare la loro partecipazione nel sociale.

Le scuole possono essere viste come istituzioni intermedie che percepiscono fondi statali. Se il tentativo di David Cameron di incentivare il volontariato può contribuire al benessere sociale, non è stato mai sperimentato e quindi contare esclusivamente su questo potrebbe rivelarsi del tutto inefficace e fallimentare.