giovedì 18 agosto 2011

UN PROFONDO IMPEGNO ECUMENICO PER LA SFIDA DEL PLURALISMO RELIGIOSO

Nei due ultimi numeri di luglio del l’Eco delle Valli Valdesi-Riforma, settimanale delle chiese valdesi e metodiste, sono comparsi due lunghi scritti del teologo protestante sulla benedizione delle coppie omosessuali e sul dialogo tra le religioni.

Mi sento molto lontano dalle posizioni teologiche dell’Autore in ambedue gli scritti, ma ciò non rappresenta per me un problema. Mi stupisce, e non poco, il silenzio che ne è seguito. Le posizioni di Paolo Ricca sono coerenti con tutta la sua riflessione teologica. Spero che potremo avere l’opportunità di dialogare in un qualche incontro pubblico, ma sono fiducioso perché certamente sullo stesso settimanale protestante si allargherà ulteriormente un confronto sia rispetto alla benedizione delle copie omosessuali, sia rispetto alla teologia del pluralismo religioso. Sono i temi che mi appassionano da sempre a livello di studio e di pratica pastorale. La profondissima stima che nutro per la persona e l’opera del pastore Paolo Ricca non mi impediscono di assumere posizioni diverse che sempre ho solidamente documentato in questi ultimi 50 anni.

Nello stesso corso di Teologia del Pluralismo religioso che guido a Torino (inizieremo sabato 10 settembre in Via Buozzi, 2 alle ore 15,30 presso il Colegio de Salamanca)avremo occasione di riflettere insieme.

Agosto è un mese in cui ogni comunità progetta intensamente il piano pastorale e si preparano nuovi strumenti a servizio delle persone della comunità.

Questi temi che cominciai ad affrontare molto seriamente (“omosessualità” e “cristologie”) circa 50 anni fa in un dibattito teologico e pastorale che negli anni diventò sempre più ampio ed aperto, ora sembrano riproporsi in modo molto sbrigativo, come se si potessero cancellare migliaia di studi e di esperienze. Rispetto all’omosessualità penso che parecchi preti, pastori e teologi spesso non hanno “ascoltato a lungo” nemmeno un centinaio di gay e lesbiche. Parlano sugli omosessuali, discutono di omosessualità, ma non ascoltano gli omosessuali. La partenza è falsa o esposta al rischio  “parlare” di omosessualità senza praticare il dialogo con gli omosessuali.

Comunque, questo mi punge il cuore: perché non si discute appassionatamente di temi così centrali? Si può dibattere nella chiarezza, senza negare le differenze, ma facendo tesoro delle ricerche, degli studi, dei dibattiti che hanno prodotto centinaia e centinaia di libri.

Sui temi della cristologia in genere i protestanti, compresi i valdesi, a mio avviso, hanno le stesse difficoltà del cattolicesimo ufficiale e spesso, vorrei dire, le identiche chiusure. Questo può essere motivo e stimolo per un ecumenismo affettuoso e fecondo. A me sembra che, come sostengono Schillebeekx, Kung, Barbaglio, Salas, Lenaers, Vigil, Hick, Patterson, Knitter, Tamayo, Gebara, Johson…….., oggi questo sia il nodo, la “questione ineludibile” per le nostre chiese e per i nostri cammini di fede nel dialogo interreligioso.

                          Franco Barbero

                     Pinerolo, 18 agosto 2011