martedì 31 luglio 2012

È MORTO JOSÈ BONINO, TEOLOGO DELLA LIBERAZIONE

 

José Miguez Bonino, pastore metodista, infaticabile lavoratore della causa ecumenica, lottatore per i diritti umani e teologo della liberazione ampiamente riconosciuto in Argentina e in tutta l’America Latina, è morto il 30 giugno scorso a Tandil (Buenos Aires) all’età di 88 anni. Miguez Bonino era noto particolarmente per la sua lotta contro la dittatura militare e per la difesa dei diritti umani; il suo riconoscimento varcava i confini della comunità metodista a cui apparteneva, perché le sue attività ne superavano ampiamente i confini attraverso una interlocuzione permanente con i protagonisti della società civile, nelle cause per la giustizia e la difesa della vita.

Il pastore Miguez Bonino era nato il 5 marzo del 1924 nella città di Santa Fe. Sposato con Noemì Nieuwenhuize, ha avuto tre figli. Aveva intrapreso studi di teologia, conseguendo il titolo di dottore in teologia presso lo Union Theological Seminary di New York. È stato professore e poi direttore dell’Istituto superiore evangelico di studi teologici (Isedet, Buenos Aires) e la sua produzione teologica, consistente in numerosi libri e innumerevoli articoli e pubblicazioni, è stata tradotta in varie lingue e continua a essere utilizzata come libro di testo in seminari e università, sia cattolici che protestanti. È stato invitato come osservatore evangelico al Concilio Vaticano II, dove incontrò personalmente i papi Giovanni XXIII e Paolo VI. Al Concilio era diventato amico di vari teologi cattolici latinoamericani, con i quali da allora condivise linee di lavoro e produzione teologica, formando l’Associazione dei teologi del terzo mondo. È stato anche osservatore alla II conferenza generale dell’episcopato latinoamericano (Meddellìn 1969). Ha sviluppato un’intensa attività ecumenica che lo ha portato a diventare uno dei presidenti del Consiglio ecumenico delle chiese.

In un’autobiografia scritta di recente, il pastore Miguez Bonino ha affermato che «la teologia della liberazione fu la risposta di una generazione di giovani cattolici e evangelici alla chiamata dello Spirito Santo per un rinnovato impegno spirituale, etico e sociale con i poveri, la chiamata a una nuova evangelizzazione integrale».

Durante gli anni della dittatura militare in Argentina, Miguez Bonino ha contribuito a fondare e ha fatto parte del Consiglio di presidenza dell’Assemblea permanente per i diritti umani, ed è stato più volte l’oratore principale nelle manifestazioni dei movimenti per i diritti umani nel paese. Nel 1994 è stato eletto membro della Convenzione costituente: lui e il vescovo cattolico Jaime De Nevares sono stati gli unici esponenti ecclesiastici presenti nella Convenzione.

In relazione alla lotta per i diritti umani, Miguez Bonino ha sostenu­to che «in termini diretti, la difesa della vita umana è stata vista da molti cristiani come l’irresistibile richiamo dell’amore». Egli stesso è stato coerente con questa posizione, dedicando gran parte della sua vita da un lato al compito della difesa dei diritti umani e dall’altro alla denuncia dell’oppressione, «la critica delle ideologie dominanti che ispirano il nuovo impero» e la ricerca di «nuove alternative per il futuro» attraverso la «lotta per la vida e la giustizia» a partire «dalla nostra fede e dal nostro impegno cristiano».

 

In Italia l’editrice Claudiana ha pubblicato due opere di José Mi­guez Bonino: Cristiani e marxisti. La sfida reciproca alla rivoluzione (1976) e Uno spazio per essere uomini. Amare per trasformare il mondo (1977).

(Washington Uranga, giornalista di Pàgina 12, Buenos Aires, da Riforma 13 luglio)