sabato 27 ottobre 2012

I voti acquistati dalla mafia

E' grave che un politico acquisti voti dalle mafie, come è successo con diversi esponenti politici del Pdl in Regione Lombardia con la 'ndrangheta, ma altrettanto grave è che le mafie abbiano voti da vendere facendo eleggere chi vogliono loro. Ciò comporta la necessità di un'accurata analisi preventiva su chi intende candidarsi, con trasparenza sui fondi raccolti per la campagna elettorale. ASCANIO DE SANCTIS

Sostiene Sara Giudice, figlia di un notabile Pdl, che le accuse rivolte dai magistrati al padre sono totalmente false. Lui, dice Sara, non ha comprato quei voti per me dalla 'ndrangheta, i voti che ho avuto sono miei, l'accusa è il frutto avvelenato di una vendetta dell'altro Pdl, quello di Berlusconi: arrabbiato perché non avevo accettato di offrire il mio posto nel listino di Formigoni alla Minetti.  Sostiene Sara Giudice, insomma, che sono uomini di Berlusconi quelli che avrebbero «suggerito» ai capi di una delle tante 'ndrine attive nel Milanese di dire che i soldi o i benefici dati loro venivano da suo padre. Il che vuol dire in fondo che, nella fantasia di Sara Giudice, Berlusconi e i suoi sono in grado di utilizzare i malavitosi per vendicarsi di un quadro del Pdl che osa mettere sua figlia sulla strada della Minetti che, sempre secondo Sara Giudice, è riuscita a prendere il suo posto in Consiglio Regionale per volontà del Cavaliere: con la complicità servile del Formigoni di turno. A meno che, ovviamente, a mentire non sia lei, Sara, delusa dalla sconfitta di un padre che si è reso conto tardi che i voti comprati da lui erano pochi rispetto a quelli comprati, per esempio, da Zambetti: dall'interno di una storia i cui protagonisti non hanno né il senso del limite né la paura del ridicolo.
Luigi Cancrini
(L'Unità 15 ottobre)