sabato 27 ottobre 2012

Polemica sullo shopping della Polverini

Vetri neri, motori rombanti. Un macchinone sfreccia nell'ora di punta nel caos del traffico e attraversa il centro storico di Roma, in alcuni tratti anche contromano. Sono le 19 di mercoledì sera. Una ragazza in vespa, scrupolosamente in fila, si incuriosisce. E insegue la monovolume: scende Renata Polverini, la governatrice dimissionaria del Lazio, a fare shopping in uno dei più blasonati negozi di scarpe della città, Boccanera a Testaccio. Una boutique di calzature fino a tre zeri. La giovane racconta la storia su Facebook: migliaia i clic. La notizia fa il giro del web, rimbalza su Twitter e in poche ore esplode la polemica. «Non è l'auto blu, ma il servizio di tutela con agenti di polizia a bordo», la governatrice replica ma non smentisce gli acquisti e in serata scrive al Prefetto per chiedere la sospensione del servizio di scorta che le è stato assegnato.
«Ore 19 circa - scrive la scooterista sul social network - Via del Corso, direzione piazza Venezia. Io in Vespa in coda nel traffico. Improvvisamente una macchina-shuttle, vetri neri, sfreccia a sinistra.
Per abbreviare i tempi fa tutta via del Corso contromano, agevolata dal benestare dei vigili. Incuriosita la seguo e vedo che il vigile birillo di piazza Venezia blocca le auto da tutte le direzioni per assicurare il passaggio al macchinone». La ragazza si accanisce. «Sarà il Papa? - si domanda - L'auto incalza. Direzione via del teatro Marcello, a quell'ora come da copione tutti in diligente colonna fino alla Bocca della Verità. Ma "Matrix" (il guidatore ndr) se ne frega e via contromano anche qui. All'incrocio i vigili ossequiano! Allora è la Madonna». Ironizza la vespista. Non ci sta. Vuole capire chi sia a paralizzare il traffico romano. «La seguo. Dove finisce la storia? Di fronte ad un negozio di scarpe. Chi scende? La Polverini, la quale alle 19.20, corredata di scorta e amichetta bionda, scende dal macchinone per un ingresso trionfante da Boccanera a Testaccio. L'urgenza stavolta erano un paio di scarpe».
Esplode la rabbia sul web: «Vergognati», «E' la prassi da 50 anni. Ci siamo svegliati un po' tardi». Il caso scatena un fiume di reazioni. «Tutto è fermo da oltre venti giorni in attesa del voto e la presidente impiega il suo tempo per acquistare alcuni capi del guardaroba personale. Alzi i tacchi (nuovi) e se ne vada», attacca Marco Miccoli, segretario del Pd Roma.
Laura Serloni
(Repubblica 19 ottobre)