sabato 27 luglio 2013

“MISERIA LADRA”, LIBERA LANCIA LA CAMPAGNA

 

Si chiama "miseria ladra". Perchè ruba diritti e dignità alle persone. La nuova campagna nazionale contro tutte

le forme di povertà lanciata dal Gruppo Abele con Libera è un cantiere aperto alle associazioni e cooperative sociali. L'obiettivo è fare "advocacy" sul governo e parlamento affinché predispongano subito un piano per rafforzare politiche sociali e welfare.

È «un paese fragile che barcolla tra diseguaglianze, miseria e disoccupazione» ormai l'italia. E lo dimostrano i dati contenuti nel dossier che libera e Gruppo Abele hanno presentato all'apertura della campagna miseria ladra. Nel 2011sono 8 milioni e 173mila le persone in condizione di povertà relativa, e cioè con una disponibilità pari a 506 euro mensili. 3 milioni 415mila persone, invece, vivono in povertà assoluta. Dietro questi numeri c'è la continua

crescita (con una quota triplicata in due anni) di quanti non possono permettersi più un pasto adeguato almeno

ogni due giorni. Al sud la percentuale delle persone in condizione di deprivazione è addirittura del 40,5. La recessione che ha colpito il paese a partire dal 2011 si è tradotta in una contrazione pesante dei redditi meno alti nel 2012 mentre il prodotto interno lordo reale calava del 2,4 per cento, il potere d'acquisto delle famiglie diminuiva del doppio.le famiglie operaie in 4 anni hanno perso l'8,5 per cento del reddito.

«Il problema - scrivono nell'analisi Gruppo Abele e Libera - è che in questi anni crescita è stata una parola sequestrata dalla dimensione etico-culturale per diventare ostaggio del lessico economico. Ci si è occupati del pil senza renderci conto che una ricchezza non distribuita, non adeguatamente destinata ai beni comuni ci avrebbe reso tutti più poveri e più fragili». E Nonostante le riforme, come quella di Elsa Fornero, l'emergenza lavoro non è stata tamponata, anzi. Aumentano i disoccupati, aumentano i neet (coloro che non lavorano né studiano) raggiungendo nel 2012 il 40,5%, «il massimo storico assoluto, ovvero il livello più alto dal 1977». Aumentano esponenzialmente anche altri indicatori di disagio diffuso come i pasti erogati dalla ¢aritas, gli homeless, i suicidi legati al peggioramento delle condizioni di vita. «la povertà è la peggiore delle malattie. In senso sociale, economico, ambientale e sanitario».

La rete di associazioni che ha aderito alla campagna ha stilato un elenco di 12 proposte da fare subito. La prima, spiega gabriella stramaccioni, dell'ufficio di presidenza di libera, è «ricostituire il fondo per il sociale e quello per l'autosufficienza, che sono stati azzerati. Le risorse ci sono, a parità di bilancio i soldi vanno allocati dove servono, per esempio possono essere presi dalla lotta alla corruzione e alla mafia,manon sono al centro delle politiche attuali». Oppure abolendo i ¢ie (destinando le risorse per l'inserimento dei migranti); riconvertendo le spese militari per il sociale; rivedere i progetti di alcune "grandi opere" controverse e pensare invece al dissesto

idrogeologico. Poi sospendere gli Sfratti emettere a disposizione il patrimonio immobiliare inutilizzato. «É giunta l'ora di cambiare le priorità, bisogna parlare di dignità umana.la povertà dovrebbe essere illegale, prima che di giustizia in senso stretto parliamo di giustizia sociale». Durante la campagna anche un'assemblea nazionale di tutte le realtà territoriali che contrastano la povertà e la richiesta alle ¢amere di una giornata di riflessione. «Pungoleremo il governo perché le persone più sono povere, più perdono diritti, meno possibilità hanno di organizzarsi».

(Luciana Cimino, L'Unità 6 luglio)