A far storcere il naso al capogruppo dei Fratelli d'Italia in Sala Rossa, Maurizio Marrone, è il nome di Giorgio Molino, più noto come il "ras delle soffitte" e con un lungo curriculum di processi (ma niente più che una multa nel casellario giudiziario). Ebbene: il 41 per cento delle famiglie di rom che il Comune è riuscito a spostare dal campo abusivo di Lungostura Lazio con il progetto "La Città Possibile» sono finite in corso Vigevano 41. «Locale che è direttamente amministrato ed è indirettamente di proprietà di Molino - sottolinea Marrone - sul sito del Comune risulta che i vigili abbiano già fatto controlli nel 2012 proprio in corso Vigevano 41 contestando illeciti e abusi edilizi. E lo stesso Molino viene citato. Com'è possibile che ad un anno di distanza il Comune non abbia battuto ciglio quando il raggruppamento di cooperative sociali ed associazioni appaltatrici del progetto per i Rom ha affittato quello spazio?». La palazzina è accatastata come «biblioteca ed edificio di culto, non come abitazione». Marrone porterà il dossier (si tratta solo della prima puntata, ne arriveranno altre) in procura e alla Corte dei Conti. «Per i progetti sui Rom sono stati spesi 4 milioni di euro, visto quello che è successo a Roma con "Mafia capitale" è giusto che si faccia chiarezza», dice il capogruppo di Fdi. Il vicesindaco Elide Tisi contesta le cifre di Marrone e sottolinea che l'housing sociale di corso Vigevano ospita 26 degli 84 nuclei familiari rom e non 34 su 64 come sostiene il consigliere: «L'immobile è stato trovato da uno dei partner del raggruppamento temporaneo di imprese (si tratta di Aizo, Associazione italiana zingari oggi, ndr) ed è stato sottoscritto, tramite l'agenzia immobiliare Talucchi, un contratto con l'Associazione promozione sociale Consulta cittadina degli immigrati a Torino», dice Tisi. Verifiche del Comune? «Controlli sulla regolarità dei contratti e la congruenza economica. Non sapevo che il proprietario fosse Molino. Forse l'obiettivo di Marrone è bloccare il progetto su Lungostura: i risultati positivi sono sotto gli occhi di tutti».
Diego Longhin
(Repubblica 26 marzo)
Diego Longhin
(Repubblica 26 marzo)