Hanno messo l’elmetto a Giovanni XXIII
Ve lo ricordate il discorso
della luna di Papa Giovanni XXIII? «Cari figliuoli, sento le vostre voci. La mia
è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero; qui tutto il mondo è
rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata, stasera –
osservatela in alto! – a guardare a questo spettacolo... Tornando a casa,
troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: “Questa è la
carezza del Papa”. Troverete qualche lacrima da asciugare. Fate qualcosa, dite
una parola buona. Il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e
dell'amarezza. E poi, tutti insieme ci animiamo cantando, sospirando, piangendo,
ma sempre sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e che ci ascolta,
continuare e riprendere il nostro cammino».
«Il papa della “Pacen in terris”, della mediazione nella
crisi dei missili dell’ottobre 1962, il papa del Concilio e della “Gaudium et
Spes”, il papa che ha posto le premesse per una radicale scelta cristiana a
favore della nonviolenza, viene usato per dare credibilità alle
politiche delle “guerre umanitarie” e dei “bombardamenti intelligenti”,
come quelle recenti praticate anche dalle Forze armate italiane in Kossovo
(1999), in Afghanistan (2001), in Iraq (2003) e in Libia (2011)». Queste
ultime parole tra virgolette le ho ricevute da Vittorio Bellavite, coordinatore
nazionale di Noi Siamo Chiesa, riguardo alla recente notizia: “Il vescovo delle
Forze Armate Mons. Santo Marcianò ha consegnato al capo di Stato maggiore
dell’esercito italiano Danilo Errico la “bolla pontificia” con cui il Card.
Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina
dei Sacramenti, ha decretato che papa Giovanni sarà il patrono
dell’Esercito italiano”.
Ed ha tutte le ragioni, Vittorio Bellavite: al papa
buono, al papa pacifista hanno messo l’elmetto.
Renato Pierri