"Per molti, anzi troppi secoli, sull'onda dei pronunciamenti dogmatici di Calcedonia, non è stata riconosciuta l'ebraicità di Gesù dalle chiese ….
Gesù è ebreo. Fino in fondo. Un ebreo marginale e il suo ebraismo costituisce la modalità di fondo dell'intera sua esistenza; è il suo modo di vivere, di pensare e di credere in Dio. E se si cancellasse il Primo Testamento, si spegnerebbe la luce su di lui… Egli non ha affatto inteso rompere con la tradizione della sua gente… C'è un Gesù che a lungo è rimasto nascosto alla precomprensione cristiana: il Gesù che si esprime comunemente nel dialetto aramaico della Galilea, osserva con scrupolo la Torà, certo reinterpretandola alla sua maniera, insegna nella sinagoga, accetta dispute con i farisei e con i dottori della Legge come qualunque altro rabbi".
Brunetto Salvarani, Teologia per tempi incerti, Ed. Laterza, Roma, 2018, pag.134