UNA REPLICA DI GIANCARLA CODRIGNANI
A VITTORIO BELLAVITE
Caro Vittorio,
anche noi che siamo stati definiti "cattolici del dissenso" - espressione mediatica equivoca, quasi ci dovesse essere il consenso- non abbiamo rotto abbastanza le scatole a vescovi e parroci per realizzare il Concilio e, non avendolo difeso, l'abbiamo visto oscurato. Non colpevolizziamoci: siamo minoranza. Anche i radical-chic (altra invenzione mediatica di successo, forse più idiota) sono una minoranza (solo che possono fare Micromega) e non è la prima volta che dicono cose strane (a confronto con la realtà). Non polemizzerei: si sarebbe dovuto fare anche altre volte. Ma la verità è che papa Francesco non sta cambiando nulla del Catechismo e dei Codici e, se sparisce, tutto si ricompone. I limiti della sua azione ci sono (le domande sul "credere metafisico" le pongono i teologi e, se venissero lette, le teologhe). Ma bisognerebbe difenderlo a spada tratta (guarda che a me le espressioni militari non piacciono: il rischio è forte) perché è troppo osteggiato (la chiesa americana è potente non a causa delle suore o dei teologi; nell'Africa omofoba non può dire "chi sono per giudicare"; ci mancavano solo gli immigrati). Ripeto: se non abbiamo le capacità di aiutarlo (e, ripeto, siamo minoranza, per giunta senza mecenati) non solo tutto si ricompone, ma a danno, nella prospettiva (speriamo comunque che ci siano molti giovani avventurosi) della fede.
Comunque hai fatto molto bene a rompere il silenzio: non c'era stata reazione e anche questo è significativo.
Un abbraccio
Giancarla Codrignani