giovedì 25 ottobre 2018

RIFLESSIONE SU LUCA 24

I discepoli di Emmaus (Luca 24, 13-35)
In questo brano la Comunità di Luca vuole rappresentare il cammino interiore che i discepoli hanno dovuto compiere prima di ritrovarsi e riprendere a diffondere il messaggio di Gesù. Pian piano hanno preso consapevolezza che Dio non aveva abbandonato Gesù nella morte, ma che gli aveva dato una vita nuova presso di sé. Per questo nasce il genere letterario delle apparizioni, non dobbiamo confondere la fede con la fisicità.
Essi avevano vissuto la morte atroce di Gesù come una grande sconfitta, chissà quanto tempo ci sarà voluto prima di riprendere ad incontrarsi e a maturare il fatto che Gesù era vivo presso Dio...
Il cammino dei discepoli può essere paragonato al cammino che compiamo durante la nostra vita, succedono tanti avvenimenti, incontriamo tante persone, a volte cadiamo nello sconforto, ma la sola certezza che maturiamo, cammin facendo, è quella che Dio non ci abbandona mai, Egli è la compagnia della nostra esistenza, come dice il salmo è la Roccia a cui possiamo appoggiarci.
Alcune piccole osservazioni sul testo:
*I discepoli erano in due. In due è sempre meglio: ci si sostiene, si affrontano meglio gli inciampi del cammino.
*Riconoscono Gesù nello spezzare il pane. Questo gesto che noi compiamo durante l’Eucarestia ci ricorda che solo nel condividere sta la nostra vera felicità e che questa è la volontà di Dio: spezzare il cibo, il tempo il nostro denaro, l’ascolto, l’accoglienza…
*Ma riconoscere Gesù in quel gesto significa anche che, quando noi riusciamo a compierlo, Dio ci aiuta e ci sostiene perché sa che siamo creature fragili.
*Inoltre si nominano le Scritture… “Non ci ardeva il cuore nel petto quando lungo il cammino ci spiegava le Scritture?” ecco l’importanza vitale della lettura biblica nei nostri gruppi comunitari.
*In questo brano mi pare di leggere il programma delle Comunità di allora e anche di quelle di oggi: il ritrovarsi, la condivisione intesa come pratica della giustizia, lo spezzare il pane, inteso anche come preghiera e lettura della Bibbia.
Vorrei riprendere brevemente un articolo di Recalcati apparso su Repubblica di questi giorni intitolato : “ALZATI E CAMMINA, una risurrezione laica”.
In questo articolo sostanzialmente ci ricorda che la vita è più forte della morte e che noi dobbiamo combattere contro questo desiderio che stranamente è insito in noi stessi.
La parola ebraica che Gesù usa è Kum! per far risvegliare Lazzaro avvolto nelle bende, ma è anche Kum la parola che Dio rivolge a Giona per mandarlo in missione a Ninive…
Inoltre Recalcati scrive che se la resurrezione non può pretendere di liberare la vita dalla morte, essa può invece liberare la vita dalla paura paralizzante della morte e dalla sua tentazione, perché la paura della morte ci priva della gioia infinita della vita e può nascondere la paura della vita stessa.
E’necessario testimoniare che non tutto è morte, non tutto è devastazione, non tutto è destinato a finire, che risorgere è un compito della vita ed è il segreto della parola Kum!
Nonostante l’apparenza abbiamo sperimentato che i momenti più fecondi di una vita, anche della nostra, sono quelli in cui la crisi, il fallimento ci hanno attraversato, ma proprio da questi momenti sono risorte nuove speranze e nuove decisioni che hanno dato alla nostra vita vera una svolta.
Anche i discepoli di Emmaus si sono alzati e si sono messi in cammino e ci invitano a farlo!
Maria Grazia Bondesan