”Riempire la pancia
e riscaldare il cuore“
Questa mattina un signore mi ha detto: «Da vari mesi meditiamo sulla tua lettera ”Lo stupore della tavola“ e nei tuoi articoli non parli mai di questo tema. Perché?» Grazie, caro signore. Hai ragione. Molti hanno letto la mia lettera, molti hanno in casa il quadro della Cena in Emmaus. Questo mi commuove. E ci penso sovente. Oggi è sabato. Lungo la settimana mangio con altri cinque sacerdoti. E’ un momento importante per me. Chiacchieriamo, discutiamo, ridiamo. Il primo che arriva fa scaldare il cibo e gli altri lavano i piatti. Iniziamo sempre guardando il quadro di Caravaggio. Nel fine settimana, invece, mangio da solo. Sono stato al ‟Negozietto“ sotto casa e ho comprato l’insalata e le uova. Un pranzo eccellente: una bella insalata e due uova al tegamino. Mentre aspetto che salgo il caffè guardo il quadro in silenzio. Mi parla. Ancora una volta mi sussurra di essere grato per il cibo che la terra mi ha regalato. Anzi di più; mi dice di essere capace di stupore. E’ vero, la tentazione che ci prende tutti è quella di non essere più capaci di vero stupore. Dire ‟Ohhh“, come i bambini, come gli innamorati, come gli artisti, come i santi. Così cerco di apprezzare il gorgoglìo della caffettiera. E mi soffermo ad assaporare il profumo di caffè che si diffonde dalla moka. Chiudo il giornale ed assaporo piano piano questa tazza di caffè. Quante migliaia di volte ho bevuto una tazza di caffè, ma questa tazza non l'ho ancora mai bevuta. E così me la gusto con calma, con gratitudine, quasi con emozione. E, finito il caffè, resto colpito dalle cinque sedie vuote attorno al tavolo. Mi accorgo della fortuna che ho nel poter mangiare con persone amiche. Di questo non ringrazio mai abbastanza. L'altro è sempre una fortuna, un regalo.
L'affetto degli altri nei nostri confronti è sempre un regalo. Mai ovvio, mai dovuto, mai scontato. E così il mio sguardo torna il quadro di Emmaus che mi dice: ‟Qui, a tavola con te, è seduto il Risorto“. Che meraviglia! Mi accorgo di questo regalo sorprendente: ogni giorno a tavola con me, è seduto il Signore della Storia. Che non si stanca di me, che non si stanca di camminare al mio fianco. Questa verità mi commuove e non cessa di stupirmi. Continuo a tenere il giornale chiuso e il mio pranzo diventa un atto di fede: ‟Credo nella Tua presenza, Signore. Ti sono grato per la fiducia in me. Grazie per l'insalata e le uova squisite. Grazie per il caffè. Grazie per gli amici che condividono con me la tavola“. Prego guardando il quadro. E mi conforta il gesto di Gesù. Mi dice: ‟Vai tranquillo, io sono al tuo fianco“. Posso ripartire per il pomeriggio di lavoro. Ho la pancia piena, ma soprattutto ho il cuore riscaldato. Proprio così dovrebbe essere ogni pasto: un momento per riempire la pancia e riscaldare il cuore.
PS: Invito le coppie giovedì 14 alla Benedizione delle coppie (ore 19,30 parrocchia di Spirito Santo)
Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo
L'eco del chisone 13 febbraio 2019