Ma quanti preti innocenti vittime di giustizieri
di Filippo di Giacomo
Nei
tribunali italiani pendono circa 80 cause contro preti accusati di
pedofilia. Negli ultimi dieci anni, sono già stati celebrati 140
processi, tutti risolti con condanne definitive. A questi vanno aggiunti
sia i casi decisi dopo il patteggiamento, definiti per decreto penale
grazie al giudizio immediato, sia quelli "risolti" con un processo
canonico rimasto segreto. Bisogna poi ricorrere alle cifre fornite dalle
associazioni che danno assistenza legale alle vittime di abuso per
immaginare il numero di chierici italiani (anche stranieri, indagati nei
loro paesi e protetti in Italia) sui quali gravano sospetti e accuse:
500, forse di più. In Italia le presunte vittime lamentano atteggiamenti
negativi da parte della Chiesa. Fra tutti il non tentare alcun genere
di contatto con chi dichiara di essere stato abusato, il non denunciare
all'autorità giudiziaria statale i presunti abusatori e il reintegro
nelle fila del sacerdozio di quasi tutti i preti sanzionati dai
tribunali ecclesiastici e molti di quelli condannati dai tribunali
civili.
Certo, le prassi in uso nelle diocesi anglosassoni, in
particolar modo quelle americane ed australiane sono diverse: si
pubblica on line la lista di tutti i membri del sistema ecclesiastico
segnalati, seppur anonimamente, di abusi. E questo anche se poi di
fronte ai tribunali statali i casi prima provati e puniti non superano i
5%. Ma se oltreoceano tale best practice è ammissibile, persino
necessaria per evitare alla diocesi la chiamata in correità al momento
dell'udienza preliminare (quando il giudice decide il capo di
imputazione) nei sistemi continentali comporta il rischio di esporsi a
querela per calunnia.
Come è avvenuto in Spagna, per il cosiddetto caso
del "clan Romanos" il più grande scandalo della penisola iberica. A far
denunciare alla giustizia civile i cinque accusati (quattro preti e un
catechista) è stato Papa Francesco dando
credito a una lettera con la quale una ventiquattrenne denuncia degli
abusi. Alla fine del 2018, dopo due anni e mezzo di indagini, su
richiesta del pubblico ministero il tribunale però li ha dichiarati
innocenti. Un caso simile si è presentato in Cile: a metà gennaio
quattro sacerdoti identificati dai denuncianti come membri di una pseudo
setta di abusatori chiamata la Cofradia, sono stati riconosciuti
innocenti. Queste vicende nei loro paesi, hanno fatto scorrere
inchiostro a fiumi ma gli accusati hanno tenuto i nervi saldi nonostante
il massacro mediatico e pubblico.
Non sempre va così e a fine 2018, 2
preti francesi appena trentenni si sono dati la morte dopo essere stati
accusati (falsamente secondo i giudici) di comportamenti impropri verso
due ragazze. In Italia, in due decenni, almeno 20 preti si sono
suicidati o sono morti di infarto. Tutti colpevoli? Emblematico il caso
di Don Giorgio Govoni, parroco amatissimo della bassa modenese, accusato
nel 2007 da un assistente sociale di guidare un gruppo di satanisti
pedofili che praticavano riti nei cimiteri tra Mirandola e Finale
Emilia, violentando e talora uccidendo bambini (di cui non si sono mai
trovati i corpi). Morto di infarto nello studio dell'avvocato, la
memoria di Don Giorgio è stata difesa con le unghie e con i denti dal
suo vescovo. Non tutti i suoi confratelli di sventura hanno avuto la
stessa sorte, grazie a una Cei vigliacca che non ha mai speso una parola
e di pietà per queste vittime. I vescovi convocati a Roma sapranno
escogitare un sistema che ricordi ai giustizieri con e senza tonaca,
l'esistenza della presunzione di innocenza?
Il venerdì 15 febbraio