giovedì 12 settembre 2019

Quei ragazzi senza memoria e il tricolore bruciato "per noia"


di Giampaolo Visetti

Non sapevano come passare la serata: "Cosa fare, dove andare, come divertirsi". Così, "insomma per noia", hanno strappato la bandiera italiana dal pennone della sede Ana degli alpini e le hanno dato fuoco. Un falò e 4 risate in compagnia, benedette da un sorso di spritz. Può sfuggire, da giovani, il dettaglio legale: trattasi di reato, vedi alla voce vilipendio. Difficile farsi scappare invece, anche nel vuoto estivo, il luogo in cui si è nati e si vive. Quella bandiera sventolava a Vittorio Veneto: via Trento e Trieste. Sotto scorre il Piave, sopra incombe il Monte Grappa. Il tricolore ricordava i milioni di morti della Grande guerra, decisa qui tra il 24 ottobre e il 4 novembre 1918: l'ultima battaglia tra Italia e Impero austro-ungarico, dopo Caporetto e alla vigilia dell'armistizio di Villa Giusti. I carabinieri li hanno presi ieri grazie alle telecamere: due 17enni di Vittorio Veneto. Uno ha genitori marocchini, l'altro romeni. Non sono stranieri. Frequentano le superiori in Italia: capita di trovarsi tra le mani un libro di storia. Sono caduti dalle nuvole. Politica, odio per le patrie percepite altrui, pacifismo o terrorismo, non sanno cosa siano. Le fiamme del tricolore, hanno assicurato, servivano a "riscaldare la serata dopo che si era scaricato il cellulare". Urge condanna: non in tribunale, a scuola. Corso serale di storia del '900. E interrogazione, così non si annoiano.

da la Repubblica 11/09/2019