giovedì 28 novembre 2019

IL PAPA AFFRONTA L'ANTISEMITISMO

Le parole del Papa rabbino

Da giorni Francesco voleva intervenire contro le rinate persecuzioni nei confronti degli ebrei. Ha scelto di farlo ieri, con parole, fuori programma, pronunciate nel corso dell’udienza generale: “Oggi incomincia a rinascere qua e là l’abitudine di perseguitare gli ebrei”, ha detto Bergoglio. E ancora: “Fratelli e sorelle, questo non è né umano né cristiano. Gli ebrei sono fratelli nostri! E non vanno perseguitati. Capito?”.
Debitamente informato dai tanti amici ebrei, molti argentini, in particolare su quanto è accaduto in Italia a Liliana Segre e anche, più in generale, sul crescere dell’antisemitismo e dell’odio razziale in Europa e negli Stati Uniti, il “Papa rabbino”, come lo chiamano amichevolmente i capi spirituali di comunità ebraiche a cui è più legato, ha voluto dire in prima persone il suo pensiero senza delegarlo, come era nell’aria, a un comunicato ufficiale della Santa Sede. Le notizie che gli sono arrivate nel corso dei giorni lo hanno allarmato e anche addolorato. Di qui la necessità di fare una scelta di campo precisa e tornare, come è nel suo stile, a puntare il dito in prima persone contro il ricrescere dell’odio verso gli ebrei. Fra le persone che più di altre gli hanno portato notizie in merito c’è Abraham Skorka, il rabbino di Buenos Aires. 
Ieri, non a caso, Skorka ha subito dichiarato all’Osservatorio Romano che neppure Francesco non sia “certo nuovo questo tipo di interventi” tuttavia questo suo ultimo “assume una grandissima importanza soprattutto in un momento storico come quello attuale”.
Un ano fa, il 23 settembre 2018, il Papa usò parole analoghe in Lituania a Vilnius, nella città dove il 96 per cento dei 200 mila ebrei lituani fu sterminato dai nazisti. Dopo aver deposto un mazzo di fiori nel luogo dove sorgeva il Grande Ghetto dal quale quarantamila persone vennero deportate e uccise, chiese all’Europa di guardarsi dal ritorno dell’antisemitismo: “Come si legge nel Libro della Sapienza, il popolo ebreo passò attraverso oltraggi e tormenti. Facciamo memoria di questi tempi”, disse.
Ma il pensiero del Papa sull’antisemitismo è andato e va anche oltre, coinvolgendo direttamente le colpe dei cristiani. In una prefazione al libro La Bibbia dell’amicizia. Brani della Torah/Pentateuco commentati da ebrei e cristiani (San Paolo) uscito meno di un anno fa, Francesco ha ammesso che “abbiamo alle spalle diciannove secoli di antigiudaismo cristiano e che pochi decenni di dialogo sono ben poca cosa al confronto”.
In sostanza, Bergoglio non teme la verità. Per questo, in occasione dell’anniversario dell’elezione di Pio XII (2 marzo 1939), accusato da parte del mondo ebraico di silenzio di fronte all’Olocausto, ha annunciato che il 2 marzo del prossimo anno aprirà gli archivi della Santa Sede relativi a quel pontificato sino alla morte di Pacelli avvenuta il 9 ottobre 1958. La volontà di fare luce su uno dei periodi più bui della storia è stata presa da Francesco dopo aver sentito il parere dei suoi più stretti collaboratori e, come ha dichiarato lui stesso, “con animo sereno e fiducioso”.
Paolo Rodari – Repubblica 14/11